domenica 31 luglio 2011

ROYAL ULTRA SKY MARATHON 31 Luglio 2011


foto Royal Ultra Sky Marathon
Video Royal Ultra Sky Marathon dell'OrcoCamola
Classifica Royal Ultra Sky Marathon 2013 54km 4000D+
Classifica Roc Race 2013 27km 2000D+
Sito Royal Ultra Sky Marathon

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Un anno fà , durante gli allenamenti per l'UTMB 2010, con Andrea, si era già deciso che la gara dell'anno 2011 sarebbe stata la Royal Ultra Sky Marathon.
Si svolge in uno dei luogo sacri dell'arrampicata sportiva, la Valle dell'Orco, ed è qui che i fondatori del 'Nuovo Mattino' Grassi e Motti coniarono i nomi delle famose vie: 'il Sergent' ed 'il Caporal' .
Siamo in pieno parco naturale del Gran Paradiso, il primo parco naturale istituito in Italia dal 1861.
L'itinerario gara transita nella parte Piemontese del Parco del Gran Paradiso. E se il versante Valdostano è più preparato a ricevere i turisti. con la Valle di Cogne e la Val Savaranche, la Valle dell'Orco promette, a chi ne ha voglia, luoghi e paesaggi ancora selvaggi e incontaminati.
La gara si presenta al cospetto di montagne quali il Gran S.Pietro, il Becco della Tribolazione, i Denti del Broglio, il Courmaon ed i satelliti del massiccio del Gran Paradiso che con i suoi 4.061 metri slm svetta su tutti.

All'apertura delle iscrizioni siamo i primi, per niente al mondo possiamo perderci questa partita, difficile certo ed ostica ma unica nel suo genere.
Sappiamo che i cancelli sono 'stretti', da vera SkyMarathon e che alcuni tratti del percorso sono, nella scala CAI, per EE forse Facile ma ci prepareremo a dovere per affrontarle.
Già nel 2010 alcuni Orchi hanno tentato con insuccesso, causa il penultimo cancello del Torrente Carro, ma quest'anno saremo nuovamente qui a tentare con sei ferocissimi Orchi; Vittorio, Eleonora, PinoP, Andrea, Mauro, Giorgio.

Arriviamo al mese della gara preparati e con un bagaglio di conoscenze in più sul percorso. Due settimane prima, abbiamo perlustrato, con una bella gita, un pezzo di percorso-gara che da Colle Sia' ascende al Colle della Porta ancora innevato, per poi scendere a Ceresole dal Lago Lillet. Al termine del raid eravamo entusiasti e ben motivati.
La settimana antecedente alla gara, personalmente, sempre a Ceresole, per prendere confidenza con il territorio, ho partecipato al giro podistico intorno al Lago, 7 chilometri e mezzo tiratissimi ma con premio finale il pranzo al ristorante 'Lo Chalet'.

La logistica della RUSM è piuttosto complessa, si...perchè la partenza è sita al lago di Teleccio (quota 2000) mentre l'arrivo è a Ceresole Reale al Foyer dello sci di fondo.
Nei nostri intenti vorremmo, il giorno che precede la gara, salire al lago di Teleccio e pernottare presso il Rifugio Pontese a circa 30 minuti a piedi dal luogo di partenza.
Pensiamo che in questo modo il giorno dell'evento ci troveremo già in loco (ben acclimatati) e non dovremo sorbirci la salita in macchina da Ceresole quota 1560 alla diga del Teleccio con un'orribile strada di montagna tutta dirupi, strettoie e tornati, che in ogni caso sara' da rifare con la navetta dell'organizzazione la sera del fine gara per recuperare la macchina.

Qualche settimana prima della gara, però, l'organizzazione ci propone una navetta, il mattino alle ore 5.00 ,che ci porterà da Ceresole al diga del Teleccio evitandoci di dormire al Pontese ed evitandoci il recupero della macchina la sera del fine gara ....accettiamo di buon grado l'offerta (qualcuno e' rimasto fuori causa numero limitato delle navette).

Sprenotiamo quindi dal Rifugio Pontese e prenotiamo le brande presso il piu' accessibile Rifugio Mila a Ceresole Reale.
Siamo in tre a dormire al rifugio Massimo Mila; Mauro, Andrea e PinoP, gli altri Orchi albergheranno a Noasca.
L'intenzione e' quella di pernottare anche la Domenica del 31 luglio 2011...saremo troppo stanchi per metterci in macchina.

E' il Sabato pomeriggio inoltrato di un fresco 30 Luglio 2011, eccoci a Ceresole Reale sulla sponda più occidentale del lago che prende il nome dalla cittadina e che forma insieme ad altri 2 laghi artificiali, il complesso di dighe gestite dal gruppo IREN.
Dicevo... al fondo del lago si trova il nuovo rifugio escursionistico Massimo Mila il più giovane tra i rifugi del parco nazionale del Gran Paradiso.
Il rifugio e' stato inaugurato nel Maggio del 2002 ed è dedicato a Massimo Mila, storico e critico musicale torinese, che svolse un’intensa attività alpinistica nei gruppi del Gran Paradiso e del Bianco e che, durante la guerra di Liberazione, ricoprì importanti incarichi nelle formazioni partigiane di “Giustizia e Libertà".

Ci sistemiamo al primo piano del rifugio, in brande a castello con materassi e coperte da vera caserma...tant'è che mostro ai miei compagni di sventure come, a naia, si era adusi fare il CUBO....una sorta di involucro composto da materasso e coperte che occorreva fare tutte le mattine prima dell'alza bandiera.

Sistemati armi e bagagli ci prepariamo al cazzeggio fino all'ora di cena.Certo si potrebbe fare ancora una rifinitura...che nè so', 4 ripetute sui 400 sulle rive del lago, .ma e' meglio lasciar stare queste cose alla mitica Corinne. Proprio cosi', l'abbiamo vista, la sera prima della gara di Valmalenco, mentre prima di cena si sparava un'allenamento di mezz'ora sulle strade del paese.

Optiamo per l'utilizzo delle offerte del Rifugio che prevede nel pomeriggio la proiezione di film di Montagna di inizio del secolo. Curiosi andiamo a vedere la proiezione al PalaMila, una sorta di costruzione ovale in legno che dovrebbe servire da palco per spettacoli musicale e rappresentazioni varie.
Dopo qualche minuto di Film in bianco e nero del 1930 ci stiamo quasi per suicidare, mancano solo i sottotitoli in Polacco. Per nostra fortuna viene a salvarci Valerio Bertoglio che avendo avuto pietà di noi recupera da casa un DVD con le sue gesta e quelle dello sciatore estremo Tone Valeruz.

Avete letto bene Valerio Bertoglio e Tone Valeruz, certo, forse, per le giovani generazioni questi nomi non dicono nulla ma per chi ha superato gli ANTA, questi due personaggi dicono tanto.
Valerio Bertoglio (lavora come Guardiaparco al PNGP) è reduce da un brutto incidente accadutogli a fine Gennaio 2011, dove,durante una ricognizione, alcuni animali situati a monte di un pendio hanno prodotto una slavina che lo ha travolto procurandogli vari traumi.

Valerio Bertoglio, ecco su tutte, a mio parere, le sue migliore imprese:
-1990. Stabilisce un record prestigioso: Cervinia - Cervino - Cervinia in 4h 16' 26"
-1991. Nuovo recordo sul Gran Paradiso: 2h 32' 06".
-1994. Da Cogne (Valle d'Aosta) sale e scende la Grivola in 4h 11'
-1994 oltre 11.200 metri D+ in 24 ore sul percorso SUSA(500 slm) punta ROCCIAMELONE (3538 slm) in pratica 3 salite e mezza(discese comprese).

Tone Valeruz, definito il re dell'impossibile, almeno 70 discese su pareti di roccia e neve con pendenze dal 50% al 60% ...

Visti i DVD ci facciamo ritrarre con Valerio e rientriamo al rifugio dove la cena e' ormai pronta.

Pochi i commensali nell'ampia sala ristorante del Mila, vicino a noi un gruppo di trailers del Biellese composto da un'atleta navigato e tre ragazze alla loro prima esperienza su gare di questo genere....un vero battesimo del fuoco, per loro.

La cena con menù a sorpresa, sono sempre quelle che mettono a dura prova chi, il giorno successivo si deve levare alle 3.45 a.m., partire con una navetta per strade tortuose di montagna che ti porterà alla partenza. Una partenza a quota 2000 slm con 55km da percorrere e quasi 4000 metri di dislivello positivo.
Ecco la prima portata, un piatto di risotto alla Toma locale contenente una porzione che normalmente basta per 3 persone. Ecco la bistecca alla valdostana impanata con una fetta di formaggio a guarnirla ed accompagnata da patate, Per finire in bellezza non ci accontentiamo della classica mela ma scegliamo una Creme brule', il tutto annaffiato da un pastoso e generoso vino rosso del canavese.
L'effetto della cena si rivelerà nella branda, sottoforma di sette piccoli nani che spingeranno nel mio ventre...di-ro-mpe-nte.

Il desinare trascorre piacevole con i trailers Biellesi, siamo soverchiati di domande sul percorso da parte delle 3 neofite. Da parte nostra cerchiamo di rassicurarle comunicandogli che i sentieri sono agili e ben segnati a parte qualche passaggio comunque non esposto ma a cui occorre prestare attenzione e dove occorre andare molto piano, vedi la discesa dal colle dei Becchi e la discesa dalla Bocchetta del Ges.
In ogni caso dopo cena è previsto il briefing alle 21.30 a Casa Gran Paradiso, dove, oltre a ritirare il pettorale, l'organizzatore Stefano Roletti ci illustrerà verbalmente il percorso di gara e ci darà gli ultimi consigli.

Al briefing di 'Casa Granparadiso' c'e' il pienone, l'uditorio folto e' silenzioso... i visi concentrati e forse un po' preoccupati sul destino del giorno a venire.
Ritiriamo il pettorale dalle mani di Paola ,accidenti gli dico :'Che galoppatta alla Valdigne'...sorride quasi a dirmi :'Aspetta a vedere quello che ti attende domani...'.
Eccoci finalmente in branda dopo aver puntato la sveglia alle 3.45 a.m. su orologi, telefonini, sveglie.La colazione e' prevista alle 4.15 a.m. poichè la navetta a Ceresole parte alle ore 5.00 a.m.
Appena messo in branda puntuali i nani che iniziano il loro sotterraneo lavoro... alfine li domo e alle 3.45 sento un lieve BIP dell'orologino di Andrea.
Nessuno si muove solo il rumore delle stanze accanto ci convingono che e giunta l'ora di scendere giu' dalle brande e iniziare la vestizione.

Cerotti, creme antisfregamento, creme solari, unguenti, abbluzioni sacre, scongiuri, preghiere..tutto è utilizzato per rassicurarci.
Zaini e borse pronte ed eccoci nuovamente in sala da pranzo per la colazione.
Essendo la colazione dei rifugi molto spartana ci siamo organizzati per irrobustirla con biscotti,banane e uova sode ...come si dice chi ben incomincia è a metà dell'opera...spero che con tutte quelle curve la colazione rimanga al suo posto e non voglia scappare...

Le navette sono ad attenderci nella zona di arrivo della gara, presso il Foyer dello sci di fondo di Ceresole Reale.
Saliamo sulla prima disponibile e da questo momento posso solo raccontarvi dei rumori che ho sentito poiche' gli occhi li ho serrati (troppo brutte le curve e i tornati)e li ho riaperti in zona partenza al Lago di Teleccio. Sono riuscito anche a schiacciare un pisolino.

Zona di partenza ore 6.15 del 31 Luglio 2011, la temperatura non supera i 10 gradi, occorre vestirsi oppure entrare nelle stanze messe a disposizione dal gruppo Iren, normalmente utilizzate dai guardiani della diga....non finiremo mai di ringraziarli....li sono a disposizione i WC ed e' offerto un bel bicchiere di caldo caffe'. Eccezionali.
Per prevenire, io mi sono portato dal rifugio Mila un thermos di thè caldo, che consumiamo volentieri con il contorno di una banana e alcuni confetti matrimoniali prodotti da una ditta abruzzese di Sulmona. I confetti sono un'ottimo corroborante nelle gare dove e' richiesta energia esplosiva e di durata, hanno in loro sia gli zuccheri semplici (nella glassa) che zuccheri complessi (nella mandorla).
Confetti a tutti gli eventi è il mio consiglio, vi faranno compagnia per tutta la gara.

Ci portiamo sulla diga, alla linea di partenza, sia gli atleti della Roc Race che quelli della SkyMarathon. Mauro mi raccomando questa gara la si fa insieme, non come la Valdigne e la 3Rifugi.
Mauro mi assicura che questa la si fa insieme.
Andrea gira la prima parte di video...io scatto le ultime foto e .....partiti sono le ore 7.00 a.m.

Lo scenario e' grandioso, ci fanno da cornice il becco della Tribolazione, il Gran S.Pietro e il vallone del Piantonetto.
Il gruppo si muove veloce, il primo cancello al colle dei Becchi e' alle ore 9.00....tempi strettissimi, considerando le code che si formeranno sul ripido sentiero che dalla diga di Teleccio porteranno al rifugio Pontese.
Si sbuffa e si suda, ma il freddo e' passato, il cielo e' terso, i visi concentrati, le gambe salde e nervose. Il miraggio del colle dei Becchi.
E Mauro ....accidenti dove sei ?....sparito...nella foga della partenza al solito ci siamo smarriti... anche questa gara ognuno a modo suo.

Mi raggiunge Eleonora, iniziano le prime roccette della salita al colle dei Becchi...ci rallentano parecchio.. guardo l'orologio...che accidenti il cancello e' strettissimo...il sentiero e' ormai un deserto dal'alta quota, ci accompagnerà fino alla casa di caccia Bastalon.
Eccoci al colle dei Becchi sono le 8.50...qualcuno supplica i giudici di far passare anche i ritardatari che hanno trovato code alla salite del Rifugio Pontese.
I ragazzi del soccorso alpino ci chiedono di prestare attenzione alla discesa che si presenta con piccole macchie di neve e roccie umide.
La discesa e' insidiosa , occorre usare anche gli arti superiori...ma i bastoncini dove li metto, lo zaino non li contiene....
Lentamente con precauzione affrontiamo ogni singola roccia, a volte saltando tra l'una e l'altra.
Grosse rocce, prodotte da frane, cosi si riduranno le montagne tra eoni...in polvere e poi in deserti.
Il rischio di farsi male e' alto...perdo Eleonora...davanti a me un senatore della RUSM imbarca una fessura che apparentemente sembrava colma di neve dura, ma in realta' nascondeva un grosso buco che riceve la gamba del senatore, questi cade in avanti....Oddio penso si e' scassato la gamba. L'uomo cade in avanti mentre uno dei due bastoncini e' piegato e non riesce a estrarre la gamba dal pertugio, in due lo aiutiamo a sollevarsi, e a rimettersi la scarpa... sanguina ma e' tutto intero e decide di proseguire.....il pensiero è alle tre trailers biellesi incontrate al rifugio Mila .
Pochi minuti dopo, ecco tracce di sangue sulle rocce, appena accennate all'inizio poi piu' copiose....è evidente che qualcuno si è fatto male gravemente...
La discesa su queste grosse rocce termina finalmente con un piccolo nevaio....dove parecchi ruzzoleranno.
Proseguiamo adesso su un bel sentiero. le tracce di sangue sono evidentissime , ed eccolo infatti l'atleta ferito ,fasciato e curato dagli uomini del soccorso alpino. Sentiamo già il rotore dell'elisoccorso che verrà a prenderlo, gli chiedo come và e lui :'TUTTO BENE'.... ma il sangue scende generoso dalla mano fasciata....in bocca al lupo.

Proseguiamo la gara avvistando il puntino giallo del bivacco Ivrea che lasciamo a destra per inforcare il vallone della Noaschetta.

E' ora di correre per recuperare un po' di tempo, il vallone si presta alla corsa, il paesaggio è coperto da nebbia, seppur non godibile ringraziamo gli elementi che ci evitano un sole cocente.
Il sentiero e' gia' sulle strade di caccia ,queste furono progettate per permettere ai re Sabaudi ed al loro seguito di spostarsi comodamente a cavallo all'interno della riserva.
Il seguito del re, era composto da circa 250 uomini, ingaggiati tra gli abitanti delle valli, che svolgevano le mansioni di battitori e portatori.
La carreggiata, quando visibile, è lastricata di pietre, sostenuta da muri a secco costruiti con notevole perizia e presenta una larghezza variabile da un metro ad un metro e mezzo...penso.

Al primo rifornimento del vallone della Noaschetta, presso l'alpe la Bruna, che precede la salita alla Bocchetta del Ges, non mi fermo ...accidenti che cancelli stretti.
Le frane si sono succedute alle frane e il sentiero che porta alla Bocchetta, che i re facevano su lastricato, adesso lo si fà su sfasciumi...peccato non aver manutenuto le strade, in questi tempi dove i progetti per creare lavoro languono , sarebbero state un buon viatico per il turismo montano.

A cielo terso, la vista dalla Bocchetta del GES e' mozzafiato, ma oggi la nebbia la fà da padrone, quindi testa bassa e pedalare, raggiunta la cima, mi getto a capofitto verso il prossimo cancello della casa di caccia del Gran Piano, dove e' previsto il secondo rifornimento.

La discesa dalla Bocchetta del Ges non è da prendere sottogamba, tant'è che rimedio una lieve ferita lacero-contusa sullo stinco destro.
Le pendenze, in discesa, sono significative e occorre prestare attenzione sull'attraversamento dei torrenti con pietre viscide ...insomma senza farla troppo lunga un classico sentiero di Montagna per Escursionisti Esperti.

Rifornimento del Gran Piano, la forma e' ancora intatta, ingurgito grosse fette di crostata e faccio il carico d'acqua....alcuni trailers si siedono a riposare sul bel pianoro, ma le sirene e i lamantini non li ascolto e proseguo veloce per il lungo traverso, corribile, che ci porterà alla salita per l'alpe del Breuil, dove le due gare Roc Race e SkyMarathon, si divideranno.
La Roc Race proseguirà in discesa verso colle Sià mentre la skyMarathon procederà verso l'Alpe del Breuil e il Colle della Porta.

Interminabile il traverso che dal GranPiano porta all'Alpe del Breuil, non so se correrlo o camminarlo velocemente....no correrlo per me non va bene, arriverò sicuramente stremato all'inizio della salita che con 1000m D+ dovra' portarci al colle della Porta.
Adotto il passo Scout, cioè 10 passi di corsa alternati a 10 passi di cammino... funziona perchè arrivo al ristoro del bivio delle due gare, non troppo distrutto.
E a darmi ragione sulla scelta ecco a gestire il ristoro un gruppo di Scout dell'Agesci Canavesana, un ristoro cosi alla buona, ma funzionante come punto di partenza per salire sù al colle della Porta situato a quota 3005 slm.

A dire il vero visto la situazione e l'ora tarda e senza previsioni di ristori piu' robusti, mi sparo un gel dell'Enervit per affrontare la lunga salita....
Solitario salgo su al colle passando dall'Alpe del Breuil, solitario su deserti d'alta quota, lontano, ma forse non abbastanza dal mondo degli uomini per poter sperimentare la solitudine dei grandi deserti....meno male.

Clemente, il sole non si fa vedere e....anzi fà persino freddo, e solo lo sforzo fisico mi permette di stare in maglietta e pantaloncini.
Mi raggiunge a metà salita Mario il parmense e insieme transitiamo dal freddissimo colle della Porta, siamo in orario con i cancelli.....
Prevedo (previsione errata) che il ristoro del lago Lillet sia fornito di ogni ben di Dio; datteri, the caldo, pastasciutta, prosciutto S.Daniele, Mousse au chocolat, banane.
In pratica il banchetto del Pascià di Baghdad....e con me anche Mario sogna e insieme giù dal colle della Porta per raggiungere quest'oasi nel deserto.
Splendida discesa in parte su una cresta che divide residui di nevai ormai diventati semplici conoidi di deieizione, forse presto colonizzate dalla flora alpina.

Triste (ma al briefing della sera era stato detto)  il ristoro del Lago Lillet; crackers,the freddo, prugne secche....so' che c'e' una deviazione al lago che permetterà di raggiungere Il rifugio Mila, ma ciò significherebbe ritirarsi...ma è solo una consapevolezza, la curiosità di sentire la salita al colle della Terra e conoscere cosa c'e' dall'altra parte è forte.
Cosi, dopo aver indossato una maglia, fingo al lago Lillet un ristoro corposo, mi siedo e con voluttà mordo il mio cracker e il pezzeto di parmiggiano fingendo un pranzo a casa di Lucullo.

Ti inganno, corpo
poiche' la mente
puo' arrivare
più in là
dei tuoi desideri
più in là
dove la materia non
può immaginare


Un breve strappo dal lago Lillet a quota 2700 al colle della Terra a quota 3000, veloce e secco.

E quinci
il lago
da lungi
proprio cosi
una splendida vista
sui laghi del Nivolet
il sole ha nuovamente
fatto capolino
e la vista
gode e spazia


Ci attende la discesa infinita che toccando il lago del Nivolet ci porterà, passando dalla casa di caccia Bastalon, al penultimo e temuto cancello del Torrente Carro.
Cancello previsto per le 16.30.

A dire il vero, sono sempre con Mario, la prendiamo piuttosto comoda, forse troppo, ci raccontiamo un po' di noi ma arriviamo non troppo stanchi al ristoro della casa di caccia Bastalon dove con nostra sorpresa troviamo un ristoro di tutto rispetto; focaccia, banane.....
E' il tempo di mangiare, ci attende ancora la discesa al torrente Carro 1750 slm e da lì la salita al rifugio Jervis 2350 slm e poi ancora, al colle di Nel 2600 slm.

Non ho difficoltà a dire che i lunghi tornanti che dalla casa di caccia Bastalon al Torrente Carro, sono stati tagliati da buona parte degli atleti, noi compresi... dei zig e zag lunghissimi , difficile non tagliarli.

Cancello del Torrente carro ore 15.45 , il cancello è superato ma ahime' sbagliamo strada (ci dirigiamo verso il vallone del Carro) e ci fumiamo in men che non si dica 15 minuti....colpa nostra, le bandierine erano talmente evidenti.....ma a coprirle c'era un personaggio della protezione civile che oltre a rilevare i pettorali, non si è accorto che noi stavamo sbagliando percorso.

Pazienza, di gran carriera, cerchiamo di recuperare il tempo perduto....eccola l'ultima salita , la inizio con il secondo gel dell'Enervit...sara' lunga, assolata e sofferta.

Volare con le Aquile
Saltare con gli Stambecchi
Giocare a rimpiattino
Con i Camosci
Sogni di sempre
Adesso realta'


La salita al Jervis non è quella classica, ma viene utilizzato un vecchio sentiero agropastorale quasi in disuso, che con un giro da est-nord-est, sale al pianoro del Jervis tra vecchi cascinali e ardite costruzione abbandonate su rocce montonate.
Abbiamo formato un bel gruppeto; Mario, io, due Padovani e un terzo atleta di poche parole.
Insieme si soffre meglio...e cosi arriviamo all 17.45 al Jervis dove e' posto l'ultimo cancello delle 18.15.
Niente coca-cola al rifugio Jervis, l'ultima, cosi mi è stato confessato, l'ha bevuta l'OrcoCamola...poco male, entro nel rifugio e compro una coca per me ed un'altra per Daniele trailer al momento squattrinato, e le svuotiamo in un amen.
Il terrore dei cancelli non e' finito , il tempo massimo di arrivo sono le 20.00, quindi abbiamo 2 ore di tempo per percorrere il tragitto che dal Jervis ci porterà, attraverso il colle di Nel, a Ceresole Reale e poi al foyer dello sci di fondo, dopo le Fonti Minerali.

Belllisima la conca del Jervis, vicino al vecchio rifugio e' in costruzione un nuovo edificio (ma non sò se si tratta del nuovo rifugio) almeno 3 volte piu' grande...speriamo bene...e che non rimanga una cattedrale nel deserto.

Dal sentiero che dal Jervis porta al colle di Nel ci inebriamo della vista dei ghiacciai di Nel e del Carro, è ormai pomeriggio inoltrato ed è, a mio parere, il momento migliore della giornata.
Il breve strappo al colle di Nel non ci affatica più di tanto, la discesa molto, molto di più...saluto gli amici con cui si è fatta amicizia e mi precipito verso la discesa, per il timore di non arrivare il tempo alla chiusura delle 20.00.
Il mio e' un vero forcing, splendida discesa tra boschi e prati, tirata e veloce.
Al bivio per il bivacco Leonesi avrei voluto girare...ma poi....ho lasciato perdere.
All'arrivo alle ore 20.03 Vittorio mi dice 'Dovresti vederti la faccia, sei stravolto' e vorrei vedere...e chi sono Mandrake?

LA CRONACA:
Per La Royal Ultra sky Marathon 2011 :
Uomini
1 Giuliano Cavallo 7:19:06
2 Marco Zanchi 7:19:31
3 Maurizio Fenaroli 7:22:23

Donne
1 Raffaella Miravalle 8:11:13
2 Simonetta Castelli 9:56:39
3 Stefania Albanese 11:29:05

per la Roc Race 2011
Uomini
1 Alfonso Bracco 3:52:14
2 Francesco Scrimadore 4:00:14
3 Emanuele Gervasoni 4:07:50

Donne
1 Marina Plavan 4:43:41
2 Morena Almonti 4:48:42
3 Raffaella Gianotti 4:49:47



IL POST GARA: 
Dopo la 'stupevole' doccia al foyer rinunciamo al Margher Party per una pizza alle Fonte Minerali, situata proprio sul percorso gara, riusciamo ancora a fare il tifo per gli ultimi finischer.
Dopo di che pernottamento e colazione al Mila e dipartita per la pianura Lunedi 1 agosto 2011, non prima di aver visitato la Yosemite Valley piemontese.

foto Royal Ultra Sky Marathon



mercoledì 27 luglio 2011

La Laurea dell'Orco 21 Luglio 2011


L'Orco Eleonora Neo Laureata in Medicina e Chirurgia

Tra il quinto ed il sesto (ed ultimo) anno di Medicina ci sono state due rivelazioni che mi hanno cambiato e illuminato le giornate: l'Anatomia Patologica e la corsa in montagna, meglio se sulle lunghe distanze.

Il momento della laurea per me è stato un po' come compiere 18 anni, non sono diventata diversa da un giorno all'altro.

Diversamente è per quei trail che ho fatto fino ad ora, mi sento più forte.

Grazie a tutti gli amici. Eleonora

domenica 17 luglio 2011

3Rifugi Valpellice SkyRace 17 Luglio 2011


Foto Tre Rifugi Val Pellice 2011

Dal racconto dell'OrcoCapitano

Domenica 17 luglio ore 3,15.
Il Silenzio totale viene infranto da un suono acuto.
Dopo qualche minuto capisco che la sveglia sta suonando.
Mi alzo e preparo la caffettiera.
Il cielo è nero come la pece e cresce la certezza che la 3Rifugi Valpellice 2011 non si farà; pazienza, si va a ritirare il pacco gara e alla Conca del Pra' e si fà una mangiata!.
Vado alla stazione dei pulmann di Rivoli e, puntuale, arriva il presidente anche lui convinto che non ci faranno partire.
Arriva Vittoria, passiamo a prendere Mauro e poi puntiamo diritti verso Bobbio Pellice.
A Bobbio lasciamo l’auto e arriva la navetta che è già piena; pazienza si attende la prossima.
Alla partenza piove leggero ma si parte (?!).

Si sale verso il Bivacco Nino Soardi seguendo la strada sterrata; Pino scatta avanti suggerendomi di seguirlo ma preferisco marciare a “risparmio energetico”.
Proseguo agilmente verso il Colle Boucie e incontro il 1° ristoro dell'Alpe Crosenna a base di bevande fredde che preferisco evitare.
Qui inizia il sentiero che diventa sempre più ripido, in compenso la pioggia “quasi” cessa.
Dopo litri di sudore raggiungo il colle e con esso il 2° ristoro dove bevo del buon tè caldo.
Finalmente posso recuperare lasciandomi andare lungo la discesa verso la Francia, immerso in un paesaggio fiabesco.
Un ragazzo dell’organizzazione mi fa compiere una leggera deviazione dicendomi che così evito qualcosa di poco piacevole….
Per il resto del percorso mi sono chiesto : “cosa c’era di così terribile dietro quei massi?”
Si continua a correre e la pioggia è ripresa alla grande. Procedo lungo un canalone pieno di neve marcia sul quale devo fare molta attenzione a dove metto i piedi. Siamo in territorio francese e nel fondo valle (Valprareyre) trovo il 3° ristoro con sali, tè caldo ecc.
Supero un ponte e mi inerpico su per l’ultima salita al Colle dell'Urina.

Inizia a soffiare un vento gelato che fa attaccare gli indumenti bagnati alla pelle.
Scaldarsi diventa impossibile. Quando valico il colle dell’Urina affronto la lunga e impegnativa discesa con le gambe ‘fiacche’.
Fortunatamente vento e pioggia si placano e in lontananza comincio a vedere il rifugio Willy Jervis.
All’arrivo trovo un ottimo ristoro.

Nel caldo rifugio consumiamo insieme un buon pranzo e, scambiandoci opinioni sul percorso, ci godiamo il meritato riposo.


domenica 10 luglio 2011

GRAND TRAIL VALDIGNE 9 Luglio 2011


foto Gran Trail Valdigne

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Mi avvicino al Grand Trail Valdigne con rispetto ed in punta di piedi, memore dei racconti degli Orchi Silvio, Mauro, PinoCar circa il Valdigne targato 3' edizione nell'anno del Signore 2009.
Terribile la tempesta che si e' abbattuta sulla gara , Silvio mi raccontava che al colle Liconi i bastoncini , causa le cariche elettrostatiche , vibravano come corde di diapason....poi Mauro mi racconta del suo ritiro in quel di La Thuile...anno orribile.

Insomma il timore reverenziale verso le valli del Bianco sono accentuate dai racconti di altri Orchi, Ma la Valdigne quest'anno ci sara' amica e le sue Valli si faranno percorrere piacevolemente.... almeno spero.
Già la Valdigne, il nome identifica l'alta Val D'Aosta, piu' precisamente le Valli Ferret, Veny e di La Thuile...credo le piu' belle valli della nostra invidiata penisola.
I Comuni interessati Courmayeur, La Thuille, La Salle, Morgex.

Abbiamo prenotato un albergo a Courmayeur, con la prospettiva di trascorrere con la famiglia tre splendidi giorni all'ombra del Monte Bianco.
Altri Orchi scelgono l'alloggio all'Ostello di Arpy, situato sopra Morgex (costo non modico) a quota 1800 slm.

La sera prima della gara eccoci al ritiro pettorali con Mauro, la cittadina e' gia' pronta per il giorno della gara, Palloni striscioni ect...
sono gia' pronti...si potrebbe quasi partire.

Ceniamo nella Piazza principale, quella della partenza, presso l'unica pizzeria da me avvistata....una buon locale dove fare il carico di carboidrati...a Mauro è servito un piatto di spaghetti neri neri , ma non si tratta di nero di Seppia bensi di aglio e acciughe ...fortuna che dormira' lassù ad ARPY...

Il cielo non promette nulla di buono per domani 9 Luglio 2011, le previsioni sono molto variabili e la sera stessa qualche piovasco si abbatte sulle valli del Monte Bianco....chissà se domani si parte !!!

Eccoci il mattino della gara meteo buono, ritrovo per noi della 55km presso la palestra di Morgex...e puntuali eccoli Mauro sceso da Arpy e Andrea che con una levataccia arriva dalla bassa, Eleonora la cerchiamo ma introvabile.

Sono le 8.00 ed è stato dato lo start per la gara dei 100km dove partecipano gli Orchi Livio e Vittorio, in bocca al lupo....prima salita , per loro, alla punta Felita.

Noi ci si accomoda al bar per gustarci un'ultimo caffè e smorzare la tensione della gara.
Chippiamo ed eccoci nel recinto con gli altri Trailer, questa gara però sarà particolare....si perchè decidiamo di partire in prima fila con i migliori per essere fotografati, filmati e applauditi.

Il direttore di gara dà il via , partenza a razzo e mi ritrovo in testa a tutta la carovana....DIO sono in testa per pochi secondi...ma sono in testa...perdo il contatto con Andrea e Mauro, mi faccio di lato per agganciarli.
Intravedo solo Andrea e mi segnala che Mauro e' stato oggetto di un'incidente alla partenza.Qualcuno inavvertitamente con i bastoncini lo ha fatto incespicare e lui è terminato a pelle di Leopardo sul selciato.
Molto preoccupati, ci fermiamo ad attenderlo, sino ai due ragazzi che fanno da SCOPA, niente da fare di Mauro neppure l'ombra.
Partire in testa non è stata una buona idea....sig
Telefono a mia Moglie per sapere se si trova ancora alla partenza...risposta negativa...alla partenza non c'e'....di lui sapremo all'arrivo che e' stato davanti a noi, per tutta la gara, circa 10 minuti classificandosi 5' di categoria....un mito , un'orco indistruttibile.

Gambe in spalla Andrea, occorre che si rcuperi il tempo perduto....ci attendono 2000 metri di dislivello positivo per raggiungere la Testa di Liconi
a 2920 slm dove si trova il nuovo bivacco Pascal, punto di controllo e ristoro di questo 5' Grand Trail Valdigne.

Il 2VK si inercpica dapprima su un bellisimo bosco , poi a quota 2000 slm abbandonata la vegetazione, segue su ripidi e scoscesi pendii che in inverno si trasformano in scivoli per Slavine e valanghe , che piu' di una volta hanno investito la Valdigne....adesso per proteggere le popolazioni sono stati costruiti degli inestetici quanto utili paravalanghe antistanti la cima della Testa di Liconi.

Al ristoro del bivacco Pascal dopo essere stati chippati, abbiamo il tempo di rifocillarci e fare il pieno di acqua e poi via verso il Lago di Liconi e il Colle di Liconi, attraversando qualche nevaio e un bellissimo lago glaciale.
Eccoci al famoso Colle di Liconi, non fa paura e' un docile colle....ma la discesa dal medesimo e' ardua e da prendere con le molle, la pendenza è notevole e qualche anima pia ha provveduto a creare degli scalini per agevolare la discesa.

La vista sul Monte Bianco , anche se tra grosse nuvole è strepitosa, il ghiacciaio della Brenva, L'auigulle de Peuterey, il ghiacciaio del Grand Jorasses..

Mille le sfide
De Sassure,
Paccard,
Gervasutti,
Bonatti,
Grandi uomini
nel tempio di Albion


Dal colle Liconi giù veloci a verso Courmayeur su un bel sentiero corribile, ci superano i primi atleti della 100km...sono senza parole.
A Courmayeur dopo essere passati davanti alla case delle guide, attraversiamo la via Roma in una estrema freddezza....dell'umanità che ci circonda.
Quanto abbiamo da imparare dai francesi e quanta differenza tra le due cittadine all'ombra del M.Bianco.
Courmayeur certo piu' elegante e signorile, Chamonix piu' sportiva e popolare....a voi la scelta.

A Courmayeur grande ristoro, siamo al 20km e occorre alimentarci a dovere visto che la colazione l'abbiamo fatta alle 7.00 ed n questo momento sono le 13.30.
Quindi ci accomodiamo ai tavoli con davanti Pasta al sugo, mocetta e formaggio una banana , qualche spicchio di arancio e per finire una buonissima tazzona di caffe lungo offertaci da una gentilissima volontaria dell'Organizzazione.

Il ristoro di 15minuti trascorre veloce, riprendiamo con Andrea la corsa non prima di esserci fermati davanti all'albergo di Courmayeur che ci ospita .. qui mia moglie ci regala un freddisima lattina di LemonSoda...da bere durante a salita alla colle D'arp.
Attraversiamo Dolonne e prima di immetterci nel sentiero che ci portera' ad attacarre i 1300 metri di dislivello positivo, ecco che incontriamo Andrea V.
fortissimo atleta dell'Usac Cafasse, alle prese con la 100km....una foto insieme e lo lasciamo andare.

Ecco il sentiero che ci condurrà al colle D'arp, inizia con un bellissimo bosco, ma l'umidita' e' notevole...speriamo che la digestione non ci crei problemi siamo sotto sforzo e il sangue che tutto vorrebbe fluire all'apparato digerente viene utilizzato per la muscolatura delle gambe... dunque forziamo poco attendendo che Kimo e Kilo terminino tranquilli.
La sete si fa' sentire ma viene a salvarci un fontanella improvvisata che ci permette di rinfrescarci e fare il pieno di liquidi...
Ecco la parte finale di questo vallone senza nome che gira intorno al Monte CRAMMONT e termina con il Colle D'arp (30km).

In cima al colle , soddisfatti poichè ci mancano al computo del dislivello totale solo 500 D+, l'organizzazione ci offre un'ottimo the caldo.
Dal colle davanti a noi il Vallone di Youla che ci porterà alla Thuile...un lungo, verde, dolce vallone pratoso tutto da correre all'insegna del puro
divertimento.
Al fondo del Vallone il ristoro di liquidi (36km) per poi proseguire su strade sterrate fino all'abitato de La Thuile (40km).
La Thuile ore 17.45, uno paesino adagiato su di un placido pianoro, qui ci attende l'ultimo ristoro dove è possibile consumare una minestrina , calda, salata e nutriente l'ideale per nutristi idratarsi e fare il pieno di sali per affrontare il Colle S.Carlo a quo 1900 slm.
Lieto incontro con Sonia ex-collega che sta seguendo il marito anche lui in corsa per la 55km.

A noi si unisce Paola del Canavese, facciamo un bel trio e procediamo spediti.. un'ultimo controllo prima del colle S.Carlo e via decisi verso MORGEX per un sentiero in quota con Courmauyeur e il M.Bianco a farci da sfondo...un'ultima ripidissima discesa ed eccoci al fondo valle di Morgex, attraversiamo il tendone mensa dove si tiene la cena ,ecco il rettilineo del paese e siamo arrivati dopo 11ore e 6minuti di corsa.

Dopo l'arrivo, i complimenti, il ristoro ...il nostro pensiero agli altri Orchi che sono ancora in gara e che affronteranno una notte piena di nuvole.

Il giorno succesivo prima di lasciare la Valle D'aosta , visitiamo il castello di Issogne nell'omonimo comune e a seguire pranzo sempre a Issogne presso il ristorante il Maniero con un menù tipico della Valle:

Lardo di Arnad
Moccetta D'Aosta
Tomino alla Boscaiola
Crespelle alla Valdostana
Gnocchi alla Fonduta
Bistecca alla Valdostana
Capretto alle erbe
Crostata di Mirtilli
Bianco di Morgex e la Salle
Rosso di Donnas


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DAL RACCONTO DELL'ORCO MAURO

Ad onta del nome un poco esotico e certamente sconosciuto ai più, Valdigne è il nome pathois del solco vallivo principale della Valle d’Aosta.
E la Dora Baltea ne è la regina indiscussa. Raccoglie le acque tumultuose e torbide delle due Dore che confluiscono in quel di Courmayeur, la Dora di Veny e la Dora di Ferret. Immensi ghiacciai ne formano il serbatoio di accumulo pensile, dai principali del Miage ,Brouillard, Brenva sospesi sulla val Veny a quelli della Gran Jorasses, del Gigante,Del Dolent e di Pre de Bar sospesi sulla destra orografica della Val Ferret.
Quante belle gite su e giu’ per questi monti, ramponi, piccozze, corde, il timore reverenziale di essere sempre al cospetto di grandi montagne in un ambiente sicuramente severo ma affascinante!
Dalla testa dei Liconi, ai quasi 3000 mt del bivacco Pascal mi si apre tutta la testata della Valdigne.
Siamo dirimpettai alle Gran Jorasses, vedo la Punta Walker con i suoi 4200 mt e la storica via Italiana dal rif. Boccalatte in una escalation di coloirs, creste, canalini che hanno forgiato il mio carattere.
Oggi però tutto ciò scorre velocemente, mi volto indietro e mi si apre Morgex da dove siamo partiti meno di tre ore orsono e due mila metri più sotto. La testa dei Liconi è sicuramente stata teatro in passato delle prove di atterraggio del Lem Lunare di Armstrong!
Credo che il mare della Tranquillità sia molto simile al paesaggio lunare che mi si apre innanzi, ovunque rocce scistose estremamente friabili, in stato di degrado perenne.
A corredo, una serie spaventosa di Paravalanghe creano una sorta di percorso di guerra più adatta ai Navy Seals che a dei miseri podisti. Ad onta di tutto non si vede traccia di Bin Laden, forse tutt’ora nascosto in incognito tra strane strutture reticolari poste direttamente sulla cresta di sfasciumi, con la funzione principale di evitare accumuli nevosi o più probabilmente con la funzione di essicatoi di pan di casa tipo Brenlo.
Il dubbio mi permane, ma salutato Yerome al bivacco, occorre lanciarsi fra i detriti fino al lago Liconi ed al Colle omonimo. Un po’ di neve ed ecco il Colle.
Accidenti, mi ricordo perfettamente la salita da Courmayeur, infernale ed ora mi tocca la discesa ancora peggiore!
Tuttavia i grandiosi volontari della Valleè hanno rifatto la parte alta del sentiero con una incredibile gradinata in legno e pietre. Tutta la parte impegnativa scorre veloce e sicura e dopo circa 200 metri comincia il lungo traverso fino ai casolari di la Suche.
Eleonora mi passa perché intanto i miei dolci piedi manifestano un grave innalzamento della temperatura per evidente sfregamento. Un po’ tardi ma mi ricordo di procedere ad una ritensionatura dei lacci, il tempo di transitare davanti alle baite di La Suche celebri per una ottima polenta alla Valdostana di un tempo passato ed eccoci in Courmayeur. Incredibilmente ma ci applaudono. Ero assolutamente convinto che alla fauna locale non importasse assolutamente nulla.
Ma non c’è più tempo perche’ Dolonne ci aspetta con la grande villa dell’Idraulico (!) le ex Fonti Vittoria. Basta, la pacchia è finita, comincia il lungo calvario della risalita dapprima in pineta, poi su poderale e poi su sentieri fino al Colle d’Arp, 1400 mt più sopra.
Ma la mente è ancora lucida: se ho impiegato quasi 7 ore a fare 30 km, quanti ne impiegherò a fare i prossimi 25? Risposta: sicuramente una vita ed il buio sarà pronto a ghermirmi!
Però mai demoralizzarsi, una bella fanciulla Francese al ristoro , corrichiando sempre e bevendo vino, si raggiunge La Thuile velocemente.
E no, stavolta non finisce come tre anni fa sotto un diluvio e di notte, quando mi arresi. Stavolta si arriva in fondo e al traguardo! Un meraviglioso percorso di mezzacosta tutto in pineta mi porta a Morgex.
Mi sovviene che 10 h e 52 ‘ prima alla partenza in Morgex venivo letteralmente cilindrato dai top Runners schierati nientepopodimeno che dietro di me. Finito a pelle di leopardo, che figura su Rai 3
Prima e ultima volta!

foto Gran Trail Valdigne