venerdì 31 agosto 2012

Ultra Trail du Mont Blanc UTMB 31 Agosto 2012

Foto UTMB partenza CCC Courmayeur Champex Chamonix 2012
Foto UTMB CCC TDS PTL 2012
Video UTMB CCC 2012
Classifica UTMB 2012
Edizione 2010
Edizione 2009
Sito Ultra Trail du Mont Blanc



UTMB  103km 6000D+ partenti :2482  arrivati:2126(85,66%)  ritirati:356 (14,34%) --- percorso ridotto per meteo avverso ---
TDS   112km 7000D+     partenti :1465  arrivati:633 (43,21%)    ritirati:832 (56,79%) --- meteo avverso ---
CCC   90km  5000D+     partenti :1913  arrivati:1585(82,85%)   ritirati:328 (17,15%) --- percorso ridotto per meteo avverso ---


Dal racconto dell'OrcoPinoR alla CCC


Memore della CCC del 2009, una gara perfetta con uno splendido sole e tanti Orchi con cui abbiamo condiviso uno splendido trail ... decido per il 2012 di ripetere l'esperienza per festeggiare il 10 anno dell'Ultra Trail del Monte Bianco.
Sarà un festa, doppia se riuscirò a chiudere la gara magari sotto le 24ore.
Arrivo alla CCC preparato con una buona dose di attività in montagna Trail e bici, vediamo se a fine gara riuscirò a non avere  quei fastidiosi dolori alle masse muscolari.
Quindici giorni prima della gara consulto il meteo, la sentenza è già pronta ... sono previsti temporali e pioggie con temperature in netto calo.
Ebbene su 10 edizioni 7 hanno avuto il meteo favorevoli mentre le edizioni:
- 2003 meteo avverso, ero presente intraprendevo il TMB
- 2010 meteo avverso, ero presente ed iscritto all'UTMB (166km)
- 2012 meteo avverso, iscritto alla CCC

Non mi pronuncio, ma pare che la mia presenza stimoli anche quella di GIOVE PLUVIO.

Mercoledi 29 Agosto 2012 arriva la mail di conferma dall'organizzaione dell'UTMB:
- Neve in quota sopra i 2000, zero termico a 2300slm, si consigliano indumenti invernali, 4 strati 

Ed eccomi inserire nella borsa tutta l'attrezzature pesante invernale, compreso un piumino leggero.
Tutta la burocrazia a fine Gennaio 2012 e' gia' espletata:
- iscrizione
- prenotazione ,per la famiglia che mi seguirà, all'Albergo Mercure di Chamonix (lo consiglio).
- gare da intraprendere per la preparazione

Quest'anno il ritiro pettorali anche per la CCC occorre farlo solo a  Chamonix, niente distribuzione a Courmayeur.
Per via di questo cambio organizzativo decidiamo di partire il Giovedi 30 Agosto 2012  e di pernottare al Rifugio Monte Bianco in Val Veny  con il seguente programnma:
- Arrivo in mattinata a Courmayeur
- Sistemazione al Rifugio Monte Bianco in Val Veny (lo consiglio).
- Utilizzo delle navette dell'organizzazione UTMB per spostarci a Chamonix per il ritiro pettorali.
- Ritorno a Courmayeur per la cena e la notte presso il Rifugio Monte Bianco in Val Veny.
- Partenza gara alle 10.00 a,m. dal centro di Courmayeur.

Il soggiorno al rifugio Monte Bianco e'  da incorniciare, peccato il meteo avverso, fronte al rifugio il ghiacciaio della Brenva, l'Aguille Noir de Peuterey e tutta la Val Veny fino a intravedere il colle della Seigne e le Pyramide Calcare.

Gentilissimi i gestori, genuina la cucina e un bijoux le stanzette con letto a castello.
Sono arrivato qui al Rifugio Monte Bianco con l'OrcoMauro, e con noi la sera anche l'OrcoVittorio, cena rilassante a parlare di monti, ad aprire cartine e chiederci che meteo fara' domani.
Eccolo nel frattempo il messaggio che arriva dall'organizzazione che ci rammenta del cattivo tempo previsto per il 31 agosto 2012.

Saliamo in stanza e scegliamo gli indumenti da portare nello zaino oltre a quello che vestiremo il giorno della gara:
- un pantalone impermeabile della CAMP
- una giacca leggera impermeabile della MONTURA
- una mantellina leggera della CAMP
- 2paia di calze
- mutande
- guanti
. telo termico astronautico
- fischietto
- bande elastiche cerotti e pomata antisfregamento
- un maglia Wind stopper della Gore
- 2 maglie intime
- un pantalone lungo leggero
- 3 Gel
- confetti
- una barretta energetica
- una pila fontale con stilo di ricambio
- macchina fotografica
- 3 cappellini invernali
- coprizaino antipioggia
- bicchiere
- telefono cellulare
- miniasciugamano in microfibra della Ferrino
- 1 litro di acqua nel camel bag

Non ho una bilancia ma presumo che il peso si aggiri sui 3.500 grammi....
Preparo la branda come fossi un ufficiale giapponese prima del Seppuku.

alle 22.00 siamo già a letto con la sveglia puntata alle 7.00, il sonno arriva presto ed anche la sveglia ...
 alle 4.00 il mio orologio interno mi dice che già ora, Mauro e Vittorio ronfano  da sembrare una coppia di tagliaboschi canadesi.
Che fare fino alle 7.00... penso a tutto ed a niente, alla gara di domani con le difficoltà che comporterà.. c'e' la farò? come gestire la neve, il freddo, gli indumenti bagnati... mi ritirerò a qualche ristoro?... i battiti aumentano e sotto la coperta sento caldo..
ahufff, che pizza ..meglio non pensare , domani sarà quel sarà, mi concentro sui paesaggi della Val Veny visti ieri.

Nel cuore 
il cuore maggiore
di Courmayeur
e poi spigoli puntuti
ghiacci sovrastanti
morene verdeggianti
e poi brezze purissime
ed enormi bianchi giganti 
dai colori cangianti


Mattino della gara 31 agosto 2012.
Colazione al Rifugio Monte Bianco, poi alle 8.00 ci spostiamo al parcheggio di Dolonne fraz.Courmayeur per lasciare la macchina e portarci in zona partenza dove troviamo tutti;Matteo, Eleonora e Fabrizio.
La tensione e' palbabile e ciliegina sulla torta altro messaggio dall'organizzazione dell'UTMB
- il percorso della CCC sarà tagliato delle salite alla Tete de la Tronche (Italia Val Sapin)) e Tete aux Vents (Francia dopo Vallorcine)
 
Coscenziosa l'organizzazione che alla fine taglierà :
- Per la CCC per un totale tagli di 10km e circa 1200D+,  rimanenti 90km e 4800D+
- Per l'Utmb  riducendola dai 168km a 103km e 5500D+ da percorrere solo in Francia.
Pochi minuti alla partenza, facce sempre più tese.
Cosa ci aspetta sul percorso, riusciremo a chiudere la gara?
Alla partenza con me anche moglie e figlia che mi allentano la tensione.

Partenza scaglionata con un'emozione che ti prende dentro e che ti fà dimenticare a cosa andremo incontro.
Partiti, ci aspetta la prima salita al Bertone 2000slm   dai 1200slm di Courmayeur.
Compare un timido sole e i 1800 trailers si tolgono le giacche antipioggia,,,,

Inizia a piovere e iniziamo ad indossare le giacche impermeabili, fa anche freddo ci saranno circa 12-13 gradi, Mauro ed Eleonara li perdiamo mentre Fabrizio era partito a razzo con lo scaglione dei 5000... rimaniamo a fare gruppo io e l'OrcoMatteo.

Dopo la partenza scaglionata non ci  sono code sul sentiero, un plauso, nuovamente all'organizzazione, gli altri anni si cumulavano anche 30-40 minuti di coda nei primi 10km.

Ci fingiamo felici vedendo questo pallido sole, ma appena valicato il Bertone (primo ristoro) ci si para davanti la Val Ferret e laggiù in fondo verso il colle du Grand Ferret, la tempesta si palesa.
A 6 km dal Rifugio Bonatti ecco il nevischio ghiacciato che come piccoli aghi ci punge gli occhi, inforchiamo nuovamnete la giacca che non toglieremo più fino a Chamonix.
Rifugio Bonatti , secondo ristoro, in coda per la minestrina che suggiamo con avidità.
Mentre Matteo finisce la sua minestra entro nel Rifugio Bonatti per scattare alcune fto dell'interno e per rendere omaggio al grande esploratore, alpinista, fotografo, documentarista, scrittore.... Walter Bonatti.

Si riparte alla volta di Arnuva 1700 slm, un vocabolo sulla Val ferret, ultima microlocalità prima di salire al Col du Grand Ferret posto a quota 2600slm. In fila indiana i trailers scendono ad Arnuva, il cancello è stretto ore 14.30 di venerdi 31 agosto 2012, riusciamo a passarlo con Matteo alle 13.35 con 55min di anticipo... accidenti bastava un minimo intoppo ed eravamo fuori.
Ci fermiamo al ristoro e ci imbottiamo le guance come criceti di banane, porto via delle barrette da consumare salendo al Col du Grand Ferret...il prossimo ristoro e' in Svizzera a La Fouly tra 15km.

Ed eccola la salita al Col du Grand Ferret, tra le viste maestose del ghiacciaio del Triolet e del Pre De Bar.
Si sale tra fango abbondante e pochi centimetri di neve, il freddo si inizia a sentire ma siamo ben coperti.
Si sale senza vedere il colle tra dense e fredde nubi, sembriamo pinguini in marcia migratoria, nessuno parla.. Il colle arriva ed e' immerso in un'atmosfera invernale, le tende gialle degli scorsi anni hanno lasciato il posto ad una  costruzione in plexigas trasparente, piu' calde e nello stesso tempo permettono di vedere i trailers che arrivano a turme.
La frontiera è attraversata ed eccoci in Svizzera con una lunga discesa verso localita La Fouly dove e' posto il 4 ristoro. Il nevischio adesso si trasforma in pioggia debole che definitivamente ci bagna tutti.

RIstoro de La Fouly, ci sediamo un'attimo per mangiare l'ennesima minestrina e banane, non scordando di idratarci con abbondante thè e succose arance dei giardini di Valencia.
Usciamo dal ristoro bagnati ma non ancora infreddoliti, un piovasco ci coglie ... ma nulla possiamo fare se non correre questi 10km pianeggianti che da La Fouly ci portano a Praz de Fort alla base della salita verso Champex Lac.
Questi 10km sono da prendere con le molle, la voglia di correrli a perdifiato è tanta, ma occorre procedere com prudenza a passo di trailer... quindi con una leggera corsa, i km da fare sono ancora tanti.
A Praz de Fort incontriamo Eleonora, a cui chiediamo come ha potuto esserci passata davanti.
Eleonara ci spiega che ha saltato i ristori del Bonatti ed Arnuva, scavalcando diverse posizioni, ma adesso ci spiega, ha dei problemi al ginocchio sinistro e non sa' se proseguirà.
Alfine Eleonora decide di proseguire.
Siamo bagnati dentro e fuori e non vediamo l'ora di arrivare a Champex per cambiarci e fare la cena con la pasta al sugo offerta dall'Organizzazione.
Il ristoro di Champex in realtà è un girone infernale, centinaia di trailers che si avvicendano ai tavoli del ristoro, che si cambiano, che fanno rifornimento...e noi con loro. Vi assicuro, cari amici, che riuscire a procedere con la cena ed il cambio indumenti in una bolgia come questa è una cosa complessa e
occorre tenere la mente salda sull'obbietivo prefisso.

Riusciamo a svolgere il tutto in circa 15-20 minuti poi usciamo dal calduccio e fuori e' gia' quasi notte, appena pochi passi e siamo costretti a metterci i pantalanoni antipioggia che non toglieremo fino a Chamonix, siamo al 45 km ne mancano altri 45.

L'imbrunire ci coglie, prima della lunga salite verso Bovine. Piove, gli animi sono accesi ma non sappiamo quello che ci aspetta.
Inizia la lunga salita di 800D+ e il sentiero ripido e pietroso si è trasormato in torrenti di acqua e fango, poi la pioggia si trasforma in neve, e noi trailers bagnati nei nostri gusci di giacche impermeabili siamo preda del freddo del vicino ghiacciaio di Trient. Anche se si volesse impossibile ritirarsi qui, occorre almeno salire al ristoro di Bovine.

La neve cade copiosa
grandi fiocchi
ci accarezzano
si posano su noi
i vicini ghiacciai 
ci vogliono con loro
ma siamo qui
solo di passaggio

Il ristoro di Bovine e' una stalla attrezzata, gli altri anni solo un gazebo, quest'anno con la temperatura sotto lo zero gli organizzatori si sono ben sistemati.
Dentro la stalla, mi turbina nei meandri encefalici l'idea di ritirarmi, ma non qui non c'e' nulla... proverò a scendere a TRIENT il motivo ?
Sono bagnato fradicio e la temperatura e' sotto lo zero termico (-10), e ... non ho nessun indumento per cambiarmi.
I bicchieroni di thè caldo mi riscaldano leggermente ma non basta. Io e Matteo ripartiamo dopo 5 minuiti, veloci giù verso Trient in un mare di fango,neve nel buio piu' completo.
Le frontali fanno il loro lavoro, man mano che si scende di quota il freddo e' piu' sopportabile, la neve si trasforma in pioggia e cosi decido di non ritirarmi a Trient, tanto c'e' solo piu' una salita a Catogne poi giu' a Vallorcine e a 15km c'e' Chamonix ... ahime' quale errore sottovalutare Catogne.
Ecco Trient, il punto ristoro è stato trasformato in discoteca per i tifosi, addirittura un DJ ... una barriera come fossimi animali da zoo ci divide dai tifosi mi immagino che il DJ urli agli astanti:
ECCO A VOI SIGNORE & SIGNORI I SINISTRATI DEL TRAIL, GUARDATELI MENTRE PERCORRONO 100KM CON IL FREDDO LA NEVE E IL FANGO.

Ripartiamo da Trient bagnati e infreddoliti, continua a piovere, altri 700D+ e le salite sono terminate, dai OrcoMatteo , dai OrcoPino questa se la finiamo dobbiamo raccontarla.
Lunga, fredda, fangosa e ancora neve a Catogne procediamo in silenzio senza dirci una parola.
Formiamo un gruppo di 10 con altri trailers, cerco di respirare dentro la giacca per creare calore, maledetta POPPEA questo il nome della perturbazione che chirurgicamente ha in parte mandato all'aria la festa della 10 edizione dell'UTMB.
Ci sono a Catogne 5 cm di neve ghiacciata, gli abeti sono bianchi e quasi quasi ci facciamo gli auguri di NATALE.
Discesa a Vallorcine penosamente ripida e fangosa, senza i bastoncini quasi impossibile non cadere.
Penultimo ristoro a Vallorcine, Matteo ha quasi esaurito le energie, promette di fermarsi un po', ma io insisto per ripartire.
Nel tendone del ristoro è presente una lampada a gas di quelle che si usano all'esterno dei bar nelle mezze stagioni, i trailers cercano di farci asciugare maglie. giacche guanti, ci provo anch'io ma quasi ustiono la maglia.
Sparo l'ultima cartuccia ... tolgo la giacca impermeabile e la sostituisco con la mantella leggera, cambiando la maglia bagnata con quella meno bagnata che avevo dismesso a Champex Lac.
Dai Matteo usciamo da qui, perchè se non lo facciamo non partiamo più... io vado. Matteo mi segue.
Eccoci fuori, dopo pochi metri sono costretto a fermarmi troppo freddo, sopra la mantella mi rimetto la giacca bagnata della Montura, cosi va meglio, corricchio e riesco a scaldarmi ... c'e' mancato poco e sarei rientrato al ristoro senza piu' uscirne.
Ci attendono 15km da percorrere sotto il ghiacciaio di Argentiere, un lungo falsopiano che ci porterà prima ad Argentiere,ultimo conttollo e ristoro e poi da li sempre per bassa valle fino all'agognata Chamonix.
A 4km dall'arrivo ci superano il primo e il secondo classificato dell'UTMB, il percorso da Argentiere è condiviso.
a 1km dell'arrivo arriva l'SMS a mia moglie mentre mia figlia mi viene incontro per percorrere insieme gli ultimi 500m, ci diamo un contegno e corricchiamo ormai la gara è terminata.
Pochi tifosi in giro per Chamonix solo le 6.00 del mattino di Sabato 1 Settembre 2012 dopo 20 ore tra Pioggia,Fango,Vento e Neve ... una gara da ORCHI.




lunedì 27 agosto 2012

SkyMarathon Trofeo KIMA 26 Agosto 2012


Foto Trofeo Kima di Andrea
Classifica Trofeo Kima 2012
sito Trofeo KIMA
Video Trofeo Kima

Dal racconto dell'OrcoCamola

Mezzo Kima.
Raccontare il Trofeo Kima è difficile, bisogna viverlo. Più corretto sarebbe dire  “Il Trofeo Kima lo puoi raccontare se sopravvivi”.  Il fatto che sto raccontando la mia esperienza significa che sono sopravvissuto ma non che ho concluso tutta la gara. Mi sono fermato al km 26 perché non sono riuscito a superare il secondo cancello orario per 8 minuti.  Gli atleti prima di me sono passati nonostante il ritardo di 3 e 5 minuti; ho avuto quindi l’onore di essere stato il primo atleta fermato al secondo cancello.
A volte anch’io arrivo primo. 
Sul momento ero dispiaciuto poi, riflettendoci, ho capito che è stato meglio così.
Sono arrivato a Filorera in Val Masino sabato pomeriggio e sono subito stato colpito della bellezza del posto. La Val Masino e la Valle Mello in particolare sono luoghi cari agli arrampicatori di tutta Europa.
Le vie di roccia sulle immense pareti di granito sono dei veri e propri capolavori. Particolarmente importante è anche il bouldering sui massi della Val di Mello. Ogni anno viene organizzato un meeting internazionale di arrampicata su masso chiamato MelloBlocco, dove intervengono i migliori free climber in circolazione. Una specie di Woodstock dell’arrampicata dove ci si gode natura e compagnia.

Altro evento internazionale a cadenza biennale è appunto il Trofeo Kima che è la tappa italiana dello Skyrunner World Series di ultra skymarathon. Le altre tappe del circuito sono in Francia, Stati Uniti e Spagna. Mi sono sempre stupito della ridotta lista dei partenti del Kima e ora che l’ho toccato con mano ho capito perché. Cinquanta km e 3800 m D+ non sono uno scherzo ma neanche una novità. Ciò che caratterizza il Kima è il percorso che oserei definire alpinistico.  I cancelli orari  in condizioni di percorso ‘escursionistico’, tipico del trail, sarebbero accettabili mentre sul sentiero Roma diventano inesorabilmente stretti. Il primo cancello è alla Bocchetta Roma  (3 ore 2000 D+ km 15), il secondo è al rifugio Allievi (5.30 ore – 2700 D+ -km 25).  Dal rifugio Ponti, sotto la Bocchetta Roma, il sentiero praticamente compare e scompare. Si seguono i segni che sono ben evidenti ma correre su pietraie di massi enormi non è possibile e soprattutto poco salutare. Spesso bisogna capire dove è meglio passare per riuscire a procedere . I colli almeno i tre che ho passato io sono alpinistici con salita o discesa esposta con catene … a piacimento. Scherzi a parte l’ambiente è meraviglioso, severo, di alta montagna. Il sentiero, sempre sopra i 2500 m, lambisce montagne dove si sono scritte pagine importanti dell’alpinismo italiano. Se non sono riuscito a concludere tutta la gara è stato meglio così. Devo tornare più preparato.

Quello che mi sono portato via vale moltissimo.  Ho in testa tutta una serie di immagini che mi hanno turbato e meravigliato nello stesso istante. E’ stata un’esperienza intensa di fatica fisica e psicologica.
 Sbucando dalle catene del Passo Torrone  mi sono lasciato andare in un’espressione di meraviglia; una Guida del Soccorso Alpino mi ha risposto “vedrai più avanti è ancora meglio”. Visto che purtroppo ‘più avanti’ non sono andato,  metto nello zaino il desiderio di ritornare per chiudere ‘il cerchio del sentiero Roma’. Se in futuro sarò all’altezza potrò meravigliarmi ancora magari di fronte al Pizzo Badile.
Grazie agli amici Vittorio, Raffaella, Paola, Stefano con i quali ho condiviso l’esperienza e grazie alla comunità degli skyrunner  dei quali ho apprezzato forza e umiltà.
Andrea




venerdì 24 agosto 2012

Bici Sampeyre Colle dell'Agnello 17 Agosto 2012

foto bici Sampeyre Colle dell'Agnello

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Ritorno dalle vacanze in Repubblica Ceca dopo essere stato ospite, in quel di Praga, del grande scarafaggio e dopo aver debellato con ricchi piatti di anatra arrosto e Pivo un noiosissimo raffreddore.
Le vacanze sono per me un momento di riflessione per mettere in fucina nuovi progetti.
Cosi chè tra musei, monumenti e serate a godersi le olimpiadi di Londra 2012, metto in cantiere:
- dipingere il portone d'ingresso e la facciata a Nord
- tagliare la siepe che sta invadendo casa
- decidermi a far pace con il vicino di casa
- mettere a posto la cantina
- migliorare il mio scarso inglese

Chissà se li porterò mai a termine ... ma il progetto di tentare la salita in bici al colle dell'Agnello in Valle Varaita, che con i suoi 2748 metri Slm e' uno dei colli piu' alti d'europa con lo Stelvio e colle dell'Iseran ... bhè questo lo farò sicuramente.
Tutti impegnati gli altri Orchi, invito il mio fratellone a farmi da supporto logistico... ma anche lui da forfait all'ultimo minuto ,alle 5.30 del mattino mi comunica che ha smarrito i documenti, cosi addio supporto logistico.
Partenza da casa alle ore 6.00 a.m. con ottima colazione, mi attendono 2 ore di macchina per arrivare a Sampeyre, il paesino in Valle Varaita a 1000 metri di altitudine dove lascerò la macchina.

Da Sampeyre al colle dell'Agnello circa 33km con 1800D+.
La strada provinciale della Valle Varaita ,che lo risale costeggia stupendi panorami mozzafiato, in un ambiente affascinante e severo.
Tosta la salita che da CastelDelfino porta a PonteChianale, ma la si affronta senza particolare difficoltà.
Supero Il lago artificiale e la sua diga ed anche l'abitato di Pontechianale, farò il pieno di acqua alla frazione di Chianale 1700 slm (ultimo punto ristoro).
L'abitato di Chianale è ben curato e fuori dal flusso turistico ed anche dalla provinciale.
Da qui, secondo quanto ho letto, mi attendono i 10km con 1000D+ con pendenze da urlo.
Rarissimi i ciclisti, una cicloamatrice che sta scendendo (ma non sò se arrivata al Colle) mi dice che davanti a me ci sono 4 ciclisti intenti a scalare l'Agnello.
Strano,  mi attendevo un numero più elevato di cicloturisti, il colle dell'Agnello negli ultimi anni ha visto qui transitare sia il Giro D'Italia che il Tour de France.


Ecco le pendenze si fanno importanti, la media e' dei 7/8 Km/H, inizia anche il flusso delle automobili e motocicli che voglio valicare dall'Italia alla Francia utilizzando il colle per andare nel Brianconaiese (Briancon e' a circa 60km).
La particolare difficoltà del colle dell'Agnello è dovuta al fatto che ci sono pochi tornanti che abbattono le pendenze, quindi rettilinei secchi con pendenze importanti.
Duro anche per via dell'altitudine, dell'assenza di ombra e quindi tutto sotto il sole, ma l'aria e' fresca e non si patisce più di tanto.
Nello zainetto conviene sempre mettere un cambio di vestiario, nel caso in cui in quota (si arriva a 2744 slm) cambi repentinamente il meteo e la temperatura.
Non c'e' tempo per godere del paesaggio, si soffre troppo ... lo gusteremo all'arrivo al colle ed in discesa.
A circa 4 km dal colle, un leggero pianoro con una torbiera da modo di respirare e per chi è troppo stanco di fermarsi per poi ripartire.
Mi chiedo chi me l'ha fatto fare, venire fin quassù ... durissima, ma la sfida è quasi conclusa, eccolo il colle al fine.

Un cucuzzolo strapieno di motociclisti e automobilisti ad ammirare da una parte la salita dal parco naturale del Queyras francese dall'altra la Valle Varaita.
Quasi impossibile muoversi, al colle ... la vista spazia ed eccolo li' il Re di Pietra (Monviso 3841 slm) in tutto il suo splendore.
In cima nessun tipo di ristoro, il più vicino dal lato francese il Refuge dell'Agnel a circa 2km.
Discesa veloce e sempre con i freni pronti, mi fermo alla frazione di Chianale per un buon panino ed una+una birra.
Al ritorno una sosta a Pontechianale fraz.Castello per una visita all'OrcoGreg e alla sua splendida domus ... trascorriamo con la sua famiglia una piacevole oretta insieme a parlare di Trail e  dell'imminente UTMB.

mercoledì 22 agosto 2012

Bici Locana Colle del Nivolet 1 Agosto 2012

foto bici Locana Colle del Nivolet

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Tra le salite in bicicletta agognate dai cicloamatori c'è l'ascesa al Colle del Nivolet 2612 slm.
Noi Orchi non siamo da meno e già dallo scorso anno abbiamo messo il colle del Nivolet nel mirino.
Con i suoi 2612 metri sul livello del mare ci spaventa non poco.
L'idea diventa matura nel corso della primavera, si partirà da Locana(To) 600 Slm percorrendo 40km  e 2000D+ attraverso la statale della Valle dell'Orco.
Toccheremo i paesi di Noasca e Ceresole Reale, paradisi all'interno del PNGP (Parco Nazionale del Gran Paradiso).
Per allenarci, utilizzeremo la salita al  Colle del Lys  nel comune di ViùTo), 14km 1000D+, in una serie di ripetute da Marzo 2012 al Luglio 2012.
Le idee dunque sono chiare. Il training procede spedito, non è chiaro però come faremo ad attraversare il mefitico tunnel di 4km che da Locana ci porterà a Ceresole Reale.

Effettuiamo le ricerche sui motori del Web per avere traccia di ciclisti che già lo hanno fatto, e dopo aver googlato troviamo ahimè poche info:
- c'e' chi lo ha fatto dalla vecchia strada in condizioni da ciclocross.
- c'e' chi è partito da Ceresole Reale.
- c'e' chi ha fatto il tunnel con descrizioni da inferno ciclistico.

Alfine decidiamo di evitare il traffico turistico del Sabato/Domenica e  di imbucarci nel  mefistofelico tunnel durante un giorno della settimana.

Partenza dunque Mercoledi 1 Agosto 2012 ore 8 dal parcheggio di Locana con l'OrcoPinoP. Il meteo splendido ma nello zainetto indumenti per salire in quota, qualche barretta e una fiasca d'acqua con sali.
I primi  chilometri li cicliamo con calma assoluta, subito dopo Locana ci attende infatti una rampetta al 15%, ma dura poco e tutto va per il meglio.
Ed eccoci dunque nel ventre del  tunnel di 4km tanto temuto, il cambio di temperatura si fa subito sentire ma siamo sempre su pendenze del 7%-8% e la fatica azzera il freddo.
Terribile il rumore delle macchine all'interno del tunnel, ma ancora più tremendi i grossi bus di linea  e camion che ci sfrecciano vicini con un rimbombo assordante quasi fosse una valanga.

Siamo attrezzati di luci posteriori e anteriori per segnalare la nostra presenza. Per nostra fortuna il traffico è scarso.
L'uscita dal tunnel è felicemente attesa come l’uscita dalla crisi socioEconomica che ci attanaglia.
La vista del sole e dell'abitato di Ceresole Reale con il suo splendido lago ci fanno presto dimenticare il triste tunnel.

Sosta al centro del paese (1600 slm) per riempire le borracce e sgranocchiare uno snack.
Rari i turisti  e rari i ciclisti, ripartiamo per affrontare il tratto più duro, la salita alla diga del Serrù e al colle del Nivolet.
Le pendenza mai proibitive, prima tra larici e poi tra prati che con numerosi tornanti ci permettono di procedere da veri cicloturisti, godendo del paesaggi impagabile del Parco del Gran Paradiso.
Ecco  il rifugio Mila  e le tre Levanne con il Colle Perdù.
Ecco il colle di Nel con il suo ghiacciaio.
Piu' in là la frazione di Chiapili e poi il  Rifugio Muzio  anche noto col nome di “Casa degli Alpinisti Chivassesi”.
Ecco il vallone del Carro con in alto l'omonimo ghiacciaio e più in basso  il suo famoso ponte sul torrente, barriera oraria per la RUSM (Royal Ultra Sky Marathon)

Pedalare in paradiso tra
tornanti serpeggianti,
tra specchi d'acqua
catturati e saltanti.
Tra colli conosciuti
e fatiche dominanti.

La diga del Serrù ci si para davanti all'improvviso. Una trattoria pubblicizza la specialità del luogo, la polenta concia.
Ancora il lago dell'Agnel , poi qualche tornante ed eccolo il colle del Nivolet, da una parte il Piemonte e dall'altra la Valle d'Aosta.
A due passi dal colle il rifugio città di Chivasso. A circa 1 km dal colle, in valle d'Aosta, il rifugio Savoia sulla piana del Nivolet e il piccolo laghetto omonimo.

Pausa al rifugio Savoia. Entriamo all'interno del rifugio per riempire le borracce, anche qui tavoli imbanditi di polenta concia per i pochi avventori motorizzati saliti fin quassù.
Rinunciamo volentieri alla polenta concia (esperienze negative) e preferiamo gettarci a razzo verso  Ceresole per pranzare con uno scarno e secco panino al bar di fronte al campeggio di Chiapili, si salvano le due bionde Moretti che tracanniamo con avidità.

In discesa verso Noasca ci tocca rifare l'infernale tunnel, stavolta velocissimi e senza traffico. Il tachimetro segna 71km/h. Mai raggiunto tale velocità prima d'ora.

giovedì 16 agosto 2012

SIERRE ZINAL – LA COURSE DES CINQ 4000 12 AGOSTO 2012

Sito Sierre-Zinal

Dal racconto dell'OrcoAntonio


La Corsa Sierre-Zinal, chiamata anche la Corsa dei cinque 4000, è stata spesso considerata come una delle più belle corse di montagna del mondo. Si è scritto che era alla corsa di montagna ciò che la maratona di New York è alla maratona. È anche la decana delle grandi prove di montagna dell'Europa: giunta ormai alla 39' edizione.
Come scriveva Jonathan Wyatt (detentore del record di Sierre-Zinal e della Maratona della Jungfrau, pluri campione del mondo della montagna)

 «È una corsa di tradizione con tutta una storia che in quanto corridore di montagna devi semplicemente averla vissuta".


Impressionanti i numeri: 1144 partecipanti all'arrivo (958 uomini, 186 donne).
Percorso molto impegnativo: 31 km, 2200 metri di salita, 800 di discesa. Per molti tratti si corre su sine-track con grandi difficoltà nel sorpasso e considerando l'elevato numero di partecipanti se non si parte in pole position, si rischia di rimanere al passo per lunghi tratti. I tre cancelli orari erano comunque sufficientemente larghi da permettere a tutti di arrivare fino in fondo.
Organizzazione perfetta in tutti i particolari, sia al ritiro dei pettorali a Sierre, lungo il tracciato nei numerosi rifornimenti, sia all'arrivo a Zinal. Pacco gara inesistente (qualche prodotto energetico); la maglietta della gara la si poteva acquistare alla modica cifra di 24 franchi. La medaglia per i finischer come si può apprezzare dalla foto è però molto bella e sicuramente un bel ricordo da portarsi a casa.
La cornice paesaggistica, non solo della gara, ma in generale di questo angolo della Svizzera (siamo nel cuore delle Alpi vallesane) è a dir poco splendida.

Si arriva a Sierre passando per il passo del Gran San Bernardo e non avendolo mai visto prima, ho optato per il passo e non per il più comodo tunnel, che ho invece fatto al ritorno. Lungo la discesa a Martigny, leggevo qua e la dei nomi noti (Champex, Chamonix), che presto saranno teatro delle epiche gesta di alcuni di noi. Arrivato a Sierre, all'Hotel della Ville, ritiro il pettorale e raccolgo le istruzioni per il mattino dopo. Ho alloggiato a Sion ad una 20 di Km da Sierre. Sierre e Zinal se non si prenota qualche mese prima dell'evento sono inavvicinabili. L'ideale è alloggiare a Zinal (all'arrivo) in modo da avere la macchina a disposizione a gara finita. Da Zinal a Sierre al mattino è in funzione un servizio di navetta che porta i corridori alla partenza.
La partenza non è in centro città, ma fuori, verso l'uscita dell'autostrada di Sierre Est, dove inizia la strada che sale a Zinal. Dalla Gare della Poste, ad intervalli regolari al mattino, a partire della ore 3.00 (dimenticavo che alle 5.00 sono partiti i Tourist, cioè quelli che hanno percorso il tracciato di gara in versione trekking), una navetta portava i corridori alla partenza, A Zinal era in funzione in funzione un servizio di autobus di linea, gratuito per quelli che esponevano la medaglia della gara, che riportava i corridori a Sierre dopo la gara.
La gara: molto faticosa; il triplo KV sul Roccia Melone con il presidente la settimana prima e la Punta Ramiere, venerdì 10, non hanno giovato molto alla mia performance. Ho chiuso comunque in 4:36:19 al 635 posto.

venerdì 3 agosto 2012

Sulle tracce del Tor de Geants 29 Luglio 2012

Foto sulle tracce del Tor de Geants di Silvio
Sito Tor de Geants

Dal racconto dell'OrcoSilvio

Il TOR : una cavalcata lunghissima, 7 giorni immersi tra le montagne più belle d'Italia, 7 giorni soli con se stessi, con la propria fatica e le proprie speranze, ma abbracciati in uno spirito di fraternità con gli altri partecipanti e con tutti i volontari che ti assistono. Un Sogno !
E di questo sogno, abbiamo voluto assaggiarne un pezzo, averne un'anticipazione, per sentire un pò di quello spirito, vedere un pezzo di paradiso, per sentirsi un pò "giganti".
Daniele dice : "Una volta, nella vita, lo si deve provare". Lui lo ha già fatto e ne è restato stregato. Alcuni di noi, tra 40 giorni saranno alla partenza, altri lo sogneranno almeno per altri 400 giorni, ma ne
siamo tutti certi : "Un giorno, ci sarò !".
Quando, dopo la prima salita, arrivo al colle e mi arresto dinnanzi all'ometto (caratteristico delle Alte Vie valdostane), visto mille volte in foto o video, il cuore mi si apre, mi sembra di entrare nel
"sogno".

Questi sentieri li sento diversi da tutti quelli già percorsi, li sento pieni di magia, o forse sono io ad essere diverso. Forse assorbo i sogni di tutti quelli che sono già passati da quì, con le loro emozioni
e sensazioni, con la loro fatica. Ho la sensazione reale di "essere in cammino", come un antico pellegrino, il lato sportivo cade, perde di significato, il tutto si trasforma in viaggio.
Dai colli, nuove valli si presentano alla nostra vista, sfioriamo lucentissimi laghi alpini, attraversiamo stupendi villaggio con i tetti in losa.
Il gruppo si allunga, si ricompatta, si allunga di nuovo : ognuno è libero di muoversi al proprio passo, senza classifica o cronometro. A volte si resta indietro per una crisi, per togliere o mettere un indumento, per una foto o semplicemente per prendersi un momento di intimità, con gli occhi velati dalla commozione per l'apparire, dietro ad un costone, di una cima innevata.

Grandi distanze, grandi emozioni, grandi cuori.

Questo è il TOR. Questa è la vita.
.... GRAZIE Raffa, Pat, Steu, Mauro e Daniele