domenica 23 settembre 2012

Ultra Trail di Oulx 23 Settembre 2012

Foto Ultra Trail di Oulx 2012 23km 11km
Foto Ultra Trail di Oulx 2012 50km
Classifca Ultra Trail di Oulx 2012 50km-23km-11km
Sito Ultra Trail di Oulx

Edizione 2011

Ti ou tziment out ai muort dre a Trail 
 (trad, dall'Occitano "Tu il buon senso l'hai perso dietro al Trail")

Dal racconto dell'OrcoAntonio alla 50km
Sindrome da overtraining
L'esercizio fisico sollecita a mettere in atto tutta una serie di aggiustamenti:
  • metabolici; 
  • neuroendocrini; 
  • cardiorespiratori;
che ci consentono di far fronte alle aumentate richieste metaboliche imposte dal carico di lavoro. Se l'intensità dell'esercizio fisico è notevole e pari alle nostre capacità massime (intensità massimale) e lo sforzo si protrae nel tempo, tali aggiustamenti diventano progressivamente meno efficienti (fanno "fatica" ad adeguarsi) e l'organismo avverte e mostra i sintomi della  fatica acuta.

La fatica acuta è un fenomeno complesso

Può essere definito come  la "limitazione acuta della prestazione che implica sia un aumento della percezione dello sforzo necessario per sostenere un determinato carico, sia un'incapacità di sostenere l'intensità, la durata ed eventualmente il ritmo imposto".

  • La fatica è caratterizzata da due elementi.
  • Calo della prestazione (oggettivo).
  • Aumento della percezione dello sforzo (soggettivo).

L'atleta ("o presunto tale" n.d.r.) non riesce più a sostenere un determinato sforzo e avverte che questo è diventato molto più "faticoso" e non è più in grado di sostenerlo.
Ieri mi sentivo così!  Vuoto, di glicogeno (il carburante dei nostri muscoli) e di motivazioni (la benzina del nostro cervello).
Ma in realtà è dal Grand Trail Valdigne che avverto la stanchezza di una stagione tirata al massimo delle mie possibilità.

L'entusiasmo, lo spirito di competizione, un errata valutazione delle mie possibilità oggettive hanno fatto sì che non ascoltassi il saggio consiglio di Roberto, allenatore della Podistica Torino, che mi disse, a luglio, di smettere di gareggiare, se volevo mantenere un ritmo di allenamento e di performance per "l'anno successivo", pari o migliore a quello di quest'anno.

"Performance". Il punto è proprio questo. Voler essere a tutti i costi competitivo.

Oltre all'overdose di allenamento e gare è la competitività la pericolosa droga che mi ha privato ieri della possibilità di gustarmi una bellissima giornata di trail ed è soprattutto questa la deriva da evitare: non voler essere solo un "Finisher", ma correre per la classifica e non per il puro gusto di correre;  è chiaro che se ci si rende conto di non potersi esprimere al meglio vengono meno tutte le motivazioni per continuare.

Il vero spirito del trail è quello che mettiamo nei tanti T.A. che hanno caratterizzato questa stagione: avventura, scoperta, amicizia, divertimento. 

E' da queste motivazioni che ripartirò.
W gli ORCHI



Dal racconto dell'OrcoCamola alla 50km


Oggi ad Oulx è stata una giornata stupenda.
Il luogo, il clima, l’organizzazione  ma soprattutto la presenza di tanti amici mi hanno regalato una giornata felice. Approfitto per ringraziare Antonio per le cose che ha scritto. Ci vuole una bella dose di umiltà.  
“Sai Antonio siamo tutti competitivi, altrimenti non faremmo le gare. Andare forte piace a tutti.  La differenza è che ci sono soggetti  come il sottoscritto ai quali finora è andata bene solamente  perché sono pigri. Tu hai avuto il coraggio di metterti  in gioco completamente e con entusiasmo”.
Sabato pomeriggio sono andato ad arrampicare con l'OrcoUmberto che all’ultimo momento ha chiuso il negozio ed è passato a prendermi.  Risultato? Alla sera ero tutto dolorante per uno sport che non pratico da tempo ….. l’ideale prima di una 50 km!  Mah si l’autunno è una stagione troppo bella per fare queste attività, infatti domenica correre è stato una meraviglia. 
Il resto lo hanno fatto gli amici,  il percorso e l’organizzazione di un trail bellissimo.   
Vorrei  spendere due parole per fare i complimenti a gli Orchi Vittorio ed Eleonora ai quali ho cercato di stare appresso per tutta la gara.
Eleonora complimenti per il 6° posto assoluto. Sono riuscito a starti dietro solo perché recuperavo terreno nei tratti  in discesa.
Vittorio hai un nuovo nome: “La Belva”. Se avessi corso da solo saresti  arrivato con almeno 30 minuti di anticipo.  Due tornanti in salita ed eri già scomparso alla mia vista e questo per 50 km.
Grazie per lo stimolo e la compagnia.  
W l’autunno
W gli Orchi

Dal racconto dell'OrcoMatteo alla 50km 

Sono trascorsi poco più di una ventina di giorni dalla CCC.I ricordi sono ancora lì,freschi,nitidi,basta chiudere gli occhi e vedi il Gran Col Ferret,la neve,il fango,l'amico Pino che sorseggia tremando la sua minestra,senti ancora il tifo,i campanacci,e ci sono ,nitidi come i ricordi,i dolorini qua e la,i segni lasciati dallo zaino dopo tante ore di corsa,le gambe legnose...ma nonostante tutto siamo di nuovo qua.La passione per questo sport ci spinge giù dal letto,verso una nuova sfida,un nuovo giorno da passare con gli amici.
Ad Oulx,di amici ce ne sono tanti,ci sono Pino e Mauro ,pronti per la 23km,ci sono Orchi dappertutto,Ci sono Antonio,Vittorio ed Eleonora,Gaetano,Silvio,Moreno,tutti felici già solo per il fatto di esserci.In più c'è anche il sole...dai che magari oggi finiamo asciutti!
Alle 8 si parte.I primi km volano via veloci,ci sono un po' di saliscendi nel bosco, al di qua dell'autostrada, lungo il sentiero dei Franchi.Al 9°km c'è già il primo ristoro,situato all'interno  del cavalcavia sull'autostrada:un ristoro mitico(croissant al cioccolato,marmellata,pizza,coca,biscotti, mortadella...mmm la mortadella mi ucciderà) ma forse poco apprezzato perchè nei primi km di corsa.
Attraversata l'autostrada si arriva in Salbertrand:siamo a 1000mt s.l.m.Di qui inizia la salita che piano piano ci porterà fino al Colletto Vin vert a 2700mt circa.
Durante la salita mi raggiunge Moreno,che nonostante sia ai primi trails sta bene è contento e motivato,litiga con le bacchette nuove e intanto butta l’occhio qua e la in cerca di qualche fungo
Poco prima della galleria dei Saraceni,situata a 2200mt,incontriamo Virginia.Mi dice che è stanca,non ce la fa,ha indossato la giacca ma ha ancora freddo,è reduce da una dura 24ore.Dai Virginia piano piano andiamo su....Continuiamo a salire insieme,arriviamo alla galleria,è lunga 800mt,è buia ,fredda e umida.Usciti di nuovo alla luce il sole ci scalda con i suoi raggi.Scoprirò solo all’arrivo che Virginia si è ritirata subito dopo la galleria.Alla prossima Virginia!
Prima di arrivare in vetta incontriamo AntonioDiego che torna indietro, ha deciso di fermarsi ma è felice :il 30 % lo fanno le gambe e il corpo, il restante 70% la testa, e se questa non c’è…ma Antonio la testa l’ha avuta,Grande Antonio!
Arriviamo ai 2700mt circa del colle Vin Vert verso mezzogiorno,qui siamo al 24°km circa.Si prosegue per qualche km sull’ampia strada militare che porta verso il Forte Pramand,costruzione imponente,affascinante,ma ormai quasi inagibile.
Ci lasciamo il forte sulla destra e iniziamo la discesa di 10 km che ci riporta verso la Dora e verso valle.
Durante la discesa Moreno accusa un po’ di dolori ad un piede e qualche crampo e rimane un po’ indietro.Rimasto per un lungo tratto da solo ho tempo di pensare alla scorsa edizione:in questo tratto ero conl’OrcoPino,eravamo stanchi,provati dalla lunga discesa,ma ridevamo e scherzavamo, e parlavamo di evoluzione,di uomini preistorici che cacciano o scappano dai predatori,uomini che corrono …corrono sempre…un po’ come gli Orchi,ti ricordi Pino?Che ridere…
Senza quasi accorgermene arrivo al fondo della discesa.Qui sono in compagnia di Fausto col quale passo per Puys e poi per Beulard condividendo con lui l’ultima manciata di arachidi rimasta nello zaino.
Manca poco Fausto!Ci sono i cartelli degli ultimi 3km,ultimi 2,dai c’è l’ultimo km…quando sembra sia finita…si ricomincia a salire…noooo c’è ancora uno strappo,non è né lungo né duro,ma le gambe son legnose,sembra eterno.Finalmente un cartello dice”BASTA SALITA… PER OGGI!”.
E’ fatta 500 metri in discesa e arriviamo!Ultimo sprint per passare sotto l’arco…Ci siamo messi in tasca anche Oulx.
W gli ORCHI
W la mortadella .

giovedì 20 settembre 2012

Bici MTB Meana Colle delle Finestre Ciantiplagna Frais 15 Settembre 2012

Foto Meana Colle delle Finestre Ciantiplagna Frais

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Antefatto
Maggio 2011 Colle delle Finestre, 94° Giro D'Italia.
Siamo saliti qui al colle dalla Valle Chisone arrivandoci da Pinerolo, terminata la festa si decide il ritorno a casa per la Val di Susa.
Lunghissima discesa dal Colle delle Finestre a Meana, chissà se un giorno riusciremo a domare questa durissima salita.

Racconto della gita per il 94° Giro D'Italia al link : Racconto & Foto 94° giro D'Italia Maggio 2011

Oggi
15 Settembre 2012
L'estate mollemente si prolunga regalandoci giornate fresche e soleggiate, con L'OrcoPinoP decidiamo che il 15 set 2012 è il giorno per affrontare in MTB la mitica salita che da Meana di Susa porta al Colle delle Finestre, ma non ci basta L'OrcoPinoP mi propone di proseguire l'itinerario fino al Colle del Sestriere, utilizzando quella che in gergo si chiama 'Strada delle Creste':

- Meana di Susa 450 slm
- Colle delle Finestre 2200 slm
- Colle della vecchia 2600 slm
- Ciantiplagna 2800 slm
- Gran Serin 2500 slm
- Colle dell'Assietta 2300 slm
- colle Lauson 2400 slm
- Colle Blegier 2400 slm
- Genevris 2600 slm
- Col Basset 2500 slm
- Colle del Sestriere 2000 slm

.. per ritornare a Meana di Susa su asfalto per la statale 24.

E' necessario utilizzare la MTB poichè gli ultimi  8km che da Meana portano al colle delle Finestre non sono ben tenuti come nel 2011... e poi dal colle delle Finestre la strada delle Creste si snoda su sentieri e carrerecce di montagna.
Non voglio informarmi, questa volta sui km e la quantità di dislivello che dovremo compiere... andrò a sensazione, le possibilità di fuga dall'itinerario tracciato sono diverse.
Il giorno prima della gita, preparazione dello zainetto, montaggio del portabici, montaggio del portaborracce suppletivo per poter ovviare alla mancanza d'acqua sul sentiero delle Creste... ultimo rifornimento a Meana 1450 slm alla fine della strada asfaltata, località Coletto di Meana.

Partenza da casa alle 7.30 ed arrivo a Meana alle 8.15, inforchiamo le MTB direttamente dalla statale con una pendenza al 12% subito da brivido, c'e'da dire però che con la tripla si viaggia bene, con costanza fino in cima al colle delle finestre, senza mai fermarsi alla velocità media di 6km/h.


Copriamo i 18km di salita in 3ore e 15min, dopo aver percorso 33 tornanti, prima su bellissimi boschi di castagno, poi su prati adibiti a pascolo, e con la vista perenne di sua maestà il Rocciamelone. Sulla sinistra orografica della Valle di Susa, il "Roccia", spicca con i suoi 3.538 metri slm.
La salita al fresco delle caducifoglie è stata piacevole e alla velocità ridotta non pesa, anche se i 1700 D+ sono da ritenersi per ciclisti ben allenati.
Al colle delle Finestre una breve sosta,. Io sgranocchio uno snack mentre l'OrcoPinoP un panino con i peperoni avanzati la sera prima. Se li mangiavo io mi ricoveravano per una lavanda gastrica.
Qui dal Colle si dipana uno dei complessi di fortezze militari piu' importanti d'Europa: il forte di Fenestrelle, con le sue postazioni avanzate del Forte di Serre-Marie. Le strade che portano al colle e quelle limitrofe sono state  costruite dal 1700 ad inizio 1900 per servire le varie fortezze.
Quasi alla sommità del colle, il tracciato si collega alla Strada dell'Assietta che conduce alla Testa dell'Assietta (dove venne combattuta la Battaglia dell'Assietta tra francesi e piemontesi).
Ogni anno si celebra la battaglia con una rievocazione storica in costume.

Il colle è situato all'interno del parco naturale Orsiera Rocciavrè, una vasta area alpina tra le Alpi Graie e Alpi Cozie.
Dal colle la decisione spetta all'OrcoPinoP, dovrà scegliere tra:
- il sentiero che si inerpica su per il Colle della Vecchia.
- oppure scendere giù al Pian dell'Alpe per inforcare il facile sterrato che porta al Colle dell'Assietta e da li al comprensorio sciistico della Via Lattea, bypassando le creste più complesse.

L'OrcoPinoP non ha dubbi si fa il sentiero delle creste.
Eccoci quindi scendere per un centinaio di metri e inforcare il sentiero. Superiamo, con le bici alla mano, una grossa sbarra di ferro e c'inerpichiamo su per il Colle della Vecchia.
Con le bici tirate per le orecchie sgranchiamo per 10 minuti le gambe, poi sciolti i muscoli si risale in sella e si pedala scendendo in qualche tratto franato, fino al colle della Vecchia.
Non ci si ferma. Su una bella carrereccia pedalabilissima si arriva al Ciantiplagna, il mio altimetro segna 2800 slm  uhaoooooo.... mai stato cosi in alto in bicicletta.
La vista sulla Val Chisone è mozzafiato, guai però a perdere l'equilibrio, il sentiero è a strapiombo.
Poi da qui una tecnicissima discesa ci porta alla stazione elioterapica, ormai abbandonata, della Punta di Mezzodi e poi al Gran Serin 2500 slm.
Sono le 13.30, attendo L'OrcoPinoP al bivio che conduce all'Alpe Arguel ed al Frais.
Le 14.00, il ritardo di dell'OrcoPinoP è dovuto ad un leggero problema muscolare.
Gli propongo di cambiare programma rinunciando a proseguire verso il colle dell'Assietta ed il Sestriere. E' ormai troppo tardi e per andare al Sestriere ci vogliono minimo ancora 3 ore.
Di comune accordo si decide di ripiegare verso il Frais dove festeggeremo la vetta della Ciantiplagna con abbondante birra.
Veloce affrontiamo la discesa verso l'Alpe Arguel e velocissima anche quella che porta al Pian del  Frais. Sbagliamo strada e non ci rimane che fiondarci giù per la pista da sci che termina dritto dritto al bar/ristorante PRIMO SOLE antistante le piste del Frais.

Il Pian del Frais è una frazione di Chiomonte  a 1500 slm, grazie ai 4 impianti di risalita per lo sci da discesa e una pista per lo sci di fondo, è molto frequentata dai torinesi e dagli abitanti della bassa val di Susa.
Al Pian del Frais si sono allenati gli atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi di Torino 2006.

Finiamo questa bellissima gita con un bel boccale di birra e con una rapida discesa stradale (10 bei tornanti) che ci riportano alle 17.00 a Meana di Susa dopo 54km e 2400D+.

giovedì 13 settembre 2012

2 ORCHI al TOR DES GEANTS 12 Settembre 2012

Foto Tor Des Geants 2012
Classifica Tor des Geants 2012
Sito TOR DES GEANTS

..C'è chi spiega gli impulsi che portano a simili imprese tirando in ballo teorie Freudiane o quanto meno presunte insoddisfazioni, frustrazioni, squilibri.
Ma se tutto ciò può veramente dare risultati come quelli da me ottenuti  ebbene, allora io dico ben venga questa "Follia", una virtu' sempre piu' rara in un mondo che sta diventando sempre piu' 
"ragionevole" e incline al risparmio di se stessi... (Walter Bonatti)

Dal racconto degli OrcoRaffa con l'OrcoSteu Finisher al Tor des Geants
Provare a raccontare il Tor in poche righe.. impossibile. Un pensiero per riassumere il nostro Tor: abbiamo vissuto un’esperienza unica. Mentre accarezzo il braccialetto della gara ancora al polso e chiudo gli occhi e penso a cosa è stato..il primo pensiero è libertà. Libertà di non ricordarsi il proprio nome, di imparare a conoscere i mezzi del proprio fisico, di sapere quanto la determinazione sia forte, di essere riconoscenti col cuore a chi si prende cura di noi. Di apprezzare i piccoli gesti e le piccole cose della vita.

 Per chi vuole leggere.... Il nostro Tor:

Da quando siamo riusciti ad iscriverci al Tor des Geants molti mesi fa, senza volerlo, questo appuntamento ha scandito tutte le giornate della primavera e dell’estate. Un sottile pensiero, un filo continuo che ci ha portato fino al giorno della partenza. La settimana prima della gara una frenesia incredibile animava i miei pensieri. Mi sembrava di essere una liceale che aspettava il ballo di fine anno!! Ed eccoci a Morgex in campeggio, i preparativi, il ritiro della sacca. Ma ci starà tutto dentro??? Quante maglie porto? E barrette?  Abbiamo fatto e rifatto i conti.. chiudevo gli occhi e ripassavo mentalmente sentieri, boschi,  pezzi di percorso… ma che succede?? Non ho mai sentito così l’emozione di una partenza… Eccoci al via e tutto passa. Siamo con il nostro zaino sulle spalle, i bastoncini nelle mani.. Steu vicino.. tutto sembra facile. Con noi Patriza e Tonino. Mesi di allenamenti insieme, di chiacchiere e risate.. finalmente ci siamo!!!!
Corriamo tra ali di folla a Courmayeur,  sorridiamo e  mi riprometto che se arriverò a Courmayeur l’arrivo dovrà essere così.. di corsa!!  La prima giornata ci porta  fino a Valgrisanche dove arriviamo a sera inoltrata. Passiamo per la Thuile dove troviamo Daniele e Silver che ci aspettano!!! Che bello sapere che sono lì per noi.. ci sentiamo felici  di aver condiviso con loro parte del percorso. Negli occhi sorridenti  di Silver leggo la voglia di provare l’emozione del Tor  e la consapevolezza che sarà dura, che arrivare lì è stato davvero solo l’inizio. Ci incoraggiano e ci accompagnano per un pezzo. Li salutiamo riconoscenti ed arriviamo al Rifugio  Deffeys; da lì Passo Alto fino al Bivacco Promoud. Saliamo poi a Col Crosatie.  Steu, in prossimità del colle, inizia a non stare bene, non riesce ad alimentarsi a dovere ed il suo passo rallenta. L'ultimo tratto di salita al Colle per Steu diventa difficile. Un misto di ansia, preoccupazione assale anche me. Come una magia, in quest’ultimo tratto, sentiamo il suono dolce di un flauto; la musica entra nel nostro cuore e fa diventare unica quest’ascesa tra le rocce e così poco alla volta arriviamo in cima. Un signore francese è lì per noi a suonare..incredibile!!!

Poco dopo iniziamo ad usare le frontali, arriviamo a Planaval e da qui a Valgrisanche. Ci cambiamo mangiamo e decidiamo di riposare. Dopo un’ora che sono sdraiata in un letto (vero però!!) mi tiro su, non riesco a dormire; troppi  rumori, troppa gente e troppa adrenalina forse. Vado da Steu e lo tiro letteralmente giù dal letto.. dai è l’ora di ripartire!!!!!! Lui (che proprio mi deve volere un bene infinito!!!) si alza senza dire niente e ripartiamo!! Che bella la salita fino al Rifugio d'Epee. Silenzio, ancora notte che ci avvolge, il rumore cadenzato dei nostri bastoncini…  penso che sia bellissimo condividere con un coniuge questi momenti. Non esiste la stanchezza in quel momento. Arriviamo al rifugio; piccola sosta per rifocillarci e, mentre è ancora buio, ci incamminiamo verso Col Fenetre.
Un pensiero ai nostri amici.. a Patrizia e Tonino ed a Mauro che è molto più avanti di noi.
La discesa da Col Fenetre è una di quelle che più mi preoccupano. La prima parte un po’ ripida, a tornanti stretti, terrosa. Anche se un po’ lentamente per colpa mia, la scendiamo e senza accorgerci arriviamo a Rhemes ND. Steu continua a dirmi che non gira bene.. che ha nausea.. che mangiare  proprio non riesce. Dai!! Saliamo piano.. togliamoci anche questa salita .. dai Steu!. La salita a Col Entrelor per lui diventa davvero faticosa. Lo conosco, non è da lui. Ci fermiamo spesso, non ha energie. Io forse non lo aiuto come dovrei. Queste salite sono quelle che adoro ripide, lunghe… ma perché divento impaziente?? Penso ancora alla classifica.. non ci credo.. il lumicino dell’agonismo non si spegne neanche qui che devo fare 330 km..che testa che sono. Poi guardando Steu si ridimensiona tutto. Noi siamo qui insieme per goderci questa avventura, per poter aggiungere questo tassello alla nostra vita che si sta componendo!
Guardo il cielo, il grigio delle rocce che ci circonda, gli altri compagni di viaggio e mi sento libera. La discesa da Col Entrelor è facile, riusciamo anche a corricchiare un po’. Nella discesa  ci troviamo a condividere l’arrivo a Eaux Rousses con Federico (genovese pure lui!!!) con il quale passeremo tante ore insieme.
Arriviamo ad Eaux Rousses mi sembra verso l’ora di pranzo, mangiamo e poi ci godiamo un’abluzione nella fontana del paese. Alla fine non riuscirò più a ricordarmi in quante fontane ho messo i piedi!! Sono state la mia salvezza soprattutto dopo che il ginocchio ha iniziato a fare male.
Qui ci raggiunge Tonino che a Valgrisa  ha dormito un po’. Insieme a Federico ci incamminiamo verso il Loson. Come per arrivare all’Entrelor, l’ascesa per Steu è dura ma quasi in cima la sua vita cambia quando riesce a mangiare finalmente in poco tempo 4 pastiglie di Enervit! Come se si fosse risvegliato da un sonno profondo inizia ad andare ed io non riesco quasi a stargli dietro!!!! Nell’ultimo tratto di salita condividiamo il sentiero con il Makoto Yoshimoto, il mitico giapponese con lo zaino gigante;  incredibile la fatica che sta facendo: i muscoli tesi, lo sguardo fisso a terra poi, in discesa, ci lascerà tutti  corricchiando e salutandoci con il suo meraviglioso sorriso.
Ecco il Rifugio Sella!! Qui inizia a diluviare.. per fortuna però per poco.. e finalmente Cogne!! Decidiamo  per una sosta un po’ più  lunga.. ci cambiamo, doccia (mitiche docce rigeneranti!!!) e cena..

Guardandomi intorno mi accorgo di quante persone sono lì per noi.. per darci da mangiare, passarci il borsone, medicare i nostri i piedi, regalarci semplicemente la loro presenza ed il loro sorriso… e  vorrei poterli abbracciare tutti, prendere un microfono e spiegare a tutti quanto loro in questi strani e magici giorni siano davvero degli angeli custodi.

Il sonno per me non arriva. Sdraiata sulla branda mi riaffiorano i ricordi delle guardie in ospedale di tanti anni fa. Penso di essere al lavoro, ma che lavoro faccio?? Sono in un dormiveglia da cui poi mi svegliano strani dolori articolari che mi accompagneranno in ogni mio riposo.
Dai ragazzi si riparte!!!
È buio, sempre noi 4 partiamo alla volta del Rifugio Sogno. Che sonno prima dell’alba. Il rifugio in qualche modo arriva; io e Steu ci lasciamo andare a 10 minuti di riposo mentre Tonino e Federico decidono di andare avanti. Mentre albeggia passiamo Col Fenetre per poi arrivare al Rifugio Dondena e da qui a Champorcher.
Io di umore grigio. Il mio ginocchio sinistro dopo mesi di letargo mi chiede il conto.. no non ora!! Stai buono ancora un po’!!!!  Ghiaccio secco ed un bendaggio con il tensoplast ti devono bastare per ora! Non essere egoista proprio oggi! Aspetta ancora qualche giorno poi sarai coccolato per tutto il tempo che vorrai….
In allenamento questo pezzo era stato per me infinito.. al Tor è stato relativamente veloce arrivare a Donnaz. Qui solito rituale, doccia, cambio vestiti e pranzo. Steu ormai sta bene e mangia come un lupo!! Che bello!! Se solo il ginocchio fosse a posto.. ok facciamo un patto io vado piano in discesa e tu mi fai finire il Tor… va bene?
Nel pomeriggio e nel caldo afoso ripartiamo. Siamo noi due; saliamo, scendiamo ed arriviamo a Pont St Martin. Risaliamo ed arriviamo a Perloz. Ma questo sentiero così ripido chi l’ha inventato?????? Perloz ci accoglie quasi con un tifo da stadio.. è commovente la partecipazione della popolazione valdostana! Altro giro in una fontana e poi si parte per salire al Sassa. La salita ripida non ci coglie impreparati mentre viene buio.. la conosciamo e le diamo del lei. Arriviamo al Sassa mentre inizia a piovere. Decidiamo di ripartire subito per il Coda. Condividiamo questa salita  con Carlo.. peccato aver percorso solo pochi km di gara insieme. L’arrivo al Coda alle 11 di sera è sotto la pioggia ed un vento fortissimo. Ci accorgiamo che il meteo è cambiato, fa freddo ed è arrivato tutto insieme.
Salutiamo calorosamente Cristina, la custode di questo bellissimo rifugio. Ci coccoliamo con un arrosto e purè che ci rimettono al mondo per poi infilarci in un letto. Ma perché non riesco a dormire? Cos’è questo dormiveglia che mi attanaglia? Ma starò riposando?  Ad ogni risveglio sono sempre lucida, so quello che sto facendo, quindi anche questo riposo deve essere ristoratore.
Qui ci ricongiungiamo con Antonio e Federico e nella notte si riparte! Arriviamo a Lago Vargno. Che bello!!! Pasta al sugo!! Devono essere la 4 del mattino!! Perché ho sempre fame?? Ma che buona questa pasta… senza accorgercene io e Steu ci addormentiamo sul pavimento ma dopo 10 minuti siamo di nuovo in piedi e via verso Col Marmontana. Quasi al Colle chiedo a Steu altri 10  minuti di riposo e senza accorgermene sembro una lucertola spalmata su una roccia; fa però troppo freddo e dopo qualche minuto ci si risveglia e si riparte. L’alba ci coglie quando siamo a Col Marmontana, scendiamo a Lago Chiaro e di qui la Salita alla Crena du Ley. Salita corta ripida tra rocce. Che bello! Qui ci siamo arrivati!! Il cielo è grigio.. qualche goccia ci accompagna. Iniziamo la ripida discesa. Il  tratto per arrivare a Colle della Vecchia mi sembra infinito…

Le ore del Tor poco a poco si dilatano.. ma quanto è durato? Ore? Giorni? Mesi? 
Steu si accorge che io non vado più, che il sonno, la fame o forse la noia per la monotonia di questo pezzo di percorso mi stanno facendo sprofondare e fa una cosa unica. Mi dice “basta corriamo!!!!!!” La corsa ci rigenera, ci dà forza, energia.. ci esalta e senza accorgercene arriviamo a Niel!!!!! Anche qui pasta!!!!!! Siamo di nuovo galvanizzati. Dobbiamo andare! Mi sembra di essere Bianconiglio, guardo l’ora e sentenzio che siamo in ritardo!! Andiamo andiamo!! Steu, come me trasformatosi in un roditore, parte deciso, ed io con lui, alla volta del Col Lasoney e poi fino all’alpe di Ober Loo. La discesa è in in compagnia di un gruppo di amici di Settimo Vittone che da questa parti hanno un sacco di tifosi.  Voglio correre, voglio arrivare. Che bello avere energia. Salutiamo calorosamente chi è ad assisterci all’Ober Loo (ma li avrò ringraziati tutti a dovere?????) e via verso Gressoney!!

Gressoney 200 km… sono le 16.. ma di che giorno????? Doccia, pranzo, branda, ripranzo. Le brande sono in un posto che mi sembra magico: silenzio, luce ovattata. Chiudo chi occhi e nel mio solito dormiveglia ringrazio che stiamo bene, che non abbiamo avuto grossi problemi se non quelli che più o meno avevamo messo in conto. Mi alzo e cammino bene. Incredibile!! Nessun dolore muscolare.. solo questo benedetto ginocchio mi ricorda che non bisogna esagerare…

Ho sempre odiato disfare le valigie dopo un viaggio..
Mentre per l’ennesima volta disfo il borsone giallo e rifaccio lo zaino… penso che sia la cosa più bella del mondo fare e rifare la borsa.. potrei continuare per sempre.. mi sembra d’averlo sempre fatto.. potrei andare avanti all’infinito in questi rituali…

Ci riuniamo io, Steu, Antonio e Fede… c’è poco tempo da perdere. Stanotte è previsto molto freddo ma non dovrebbe piovere o nevicare. Siamo ben equipaggiati, io ho addirittura  un piumino da sci alpinismo. Possiamo partire. Alle 20 siamo pronti ed altra grande sorpresa… i nostro compagni Orchi.. il mitico presidente, Andrea e Pino ci stanno aspettando!! E' come ritornare nel mondo vero!! Ma allora non siamo naufraghi del tempo…siamo al Tor!!! Che regalo che ci hanno fatto! Forse neanche loro se ne rendono conto del tutto. Che magia il loro sorriso ed il loro entusiasmo. Gli proviamo a raccontare tutto in pochi minuti. Ora sorrido!! Sarò sembrata una matta!! Racconto a Pino di come la mia lingua tagliata non mi faccia mangiare e soprattutto parlare!!

Penso poi ad Ilaria, ai nostri familiari  ed amici che ci stanno seguendo da giorni. 
Dobbiamo farcela, dobbiamo finire questo Tor. Se la salute ci assiste, dobbiamo arrivare al traguardo!!! Salutarli è stato come abbandonare una boa luminosa in mezzo al mare.. ma dobbiamo salire, ci aspetta Col Pinter. Sosta all’Alpenzu per un buonissimo caffè e poi salita in mezzo al vento ed al freddo ma anche questo colle lo conquistiamo!!!  Nella notte credo di essere una pronipote di Magellano o di Vasco de Gama... anch'io ho il compito di conquistare questo viaggio verso l'ignoto...
La discesa è una nota dolente per me, devo proprio andare piano. Con il bendaggio però va tutto bene. Freddo, molto freddo. Raggiungiamo il rifugio Crest dove ci concediamo 2 ore di sonno e poi ripartiamo alla volta di Saint Jacques ma poco prima dell'ultima discesa veniamo fermati al rifugio Ferraro dalla  splendida responsabile che ci dice “la gara è sospesa, venite dentro. Dovete aspettare qui che ci diano notizie!”. Gara annullata???? Passano 5 ore o giù di lì, lei ci accudisce e rifocilla… e poi raggiungiamo Sanit Jacques.  Poco dopo però ci autorizzano a riprendere il nostro vagare. Arriviamo al Rifugio Tournalin. Altro giro di pasta, minestra di verdura, formaggio... e raggiungiamo Col Nana e Valtournanche. Che bello anche fin qui siamo arrivati!! Un passo dopo l'altro ed incredibilmente siamo riusciti a fare 240km!!!! Qui non dormo però mi concedo un massaggio e nel pomeriggio ripartiamo. Siamo sempre noi 4. Che gioia aver condiviso insieme questa avventura.. Federico si racconta e noi con lui.. sembra che ci sia sempre stato. Magia del Tor.
Si riparte novamente dopo i soliti rituali. Al rifugio Barmasse incrociamo un'icona dell’alpinismo Christophe Profit. Non lo conosco. Scopro chi è dalle parole di ammirazione che i volontari sul percorso spendono col cuore per lui. Un uomo che ha fatto davvero imprese epiche e che ora è lì come noi. Quante storie diverse si accavallano in questi giorni? Quali pensieri vivono gli altri partecipanti? Cammino e vedo le orme delle persone che ci hanno preceduto. Quanti passi, quanta gioia, dolore, esaltazione, agonismo, disperazione in quelle orme.
Penso a Patrizia che si è fermata a Valgrisanche... so quanto le sarà costato. 
Viene buio e raggiungere il bivacco Reboulaz sembra volerci un tempo infinito. Non ricordo assolutamente il percorso. Ma hanno spostato il bivacco??? Ci arriviamo stanchi, infreddoliti ed affamati. Il bivacco è bellissimo, piccolo ed accogliente come fantasticamente accoglienti ed affettuosi sono i volontari e gli organizzatori che lo stanno abitando. Ci rifocilliamo e dormiamo. Per la prima volta dormo davvero!! Ma è giovedì!!! Sono serena, piena di dolori ma felice di essere lì in quel mondo che sembra uscito da un altra dimensione.. sono vicino a Steu e mi sento a casa, sogno il nostro camino acceso e mi sento felice...
Il risveglio mi riporta alla realtà.. bisogna arrivare al Rifugio Cuney!! Forza e coraggio. Ripartiamo nella notte fredda, i rigagnoli sono parzialmente ghiacciati ma sto bene e non sento la temperatura così bassa. Al Rifugio Cuney decidiamo di  riposare un'altra oretta. E' ancora notte quando poi ripartiamo salutando calorosamente i ragazzi che gestiscono il rifugio  che già ci aveva ospitato qualche settimana prima.  Arriviamo all'alba al bivacco Clermont, posto magico.. durante la gara dalle parti di Champoluc avevamo incontrato i ragazzi che hanno gestito la costruzione di questo bellissimo bivacco edificato in memoria di un loro amico. Dopo esserci rifocillati con una pasta squisita saliamo a Col Vessonaz. Un mese prima sono rimasta seduta al colle per un tempo infinito. da qui si vedono tutti i 4000 della valle con la sola esclusione del Cervino.
Courmayeur è là... ormai sappiamo già che la nostra gara si fermerà a St. Remy. Che peccato non fare il Malatrà anche se abbiamo già corso più di 250 km ci spiace non poter arrivare a Courmayeur ma è la montagna che governa e comanda. Va bene così. Il Tor  per noi rimane tale anche senza l'ultimo colle.
Arriviamo a Closè con il sole. Ennesimo bagno in una fontana, pranzo e via. Prossima tappa Ollomont. Federico rimane a farsi curare un po' i piedi mentre io, Steu e Tonino ripartiamo. Fa molto caldo e noi abbiamo i calzoni lunghi.  I miei due compagni di viaggio decidono che non ha senso patire così il caldo e via che decidono di andare in boxer... li invidio un po' a dir la verità!! una fotografa del Tor a vederli ride parecchio ed alla fine sentenzia  “beh anche questo è Tor!!!”.

La salita  a Col Brison è dura e nella parte finale piuttosto ripida. All'arrivo al Colle vediamo molto più sotto Ollomont!!! Ma quanto dobbiamo scendere???? Vabbè forza e coraggio ormai nulla ci butta più giù di morale!!! Quanto vorrei poter correre ma il ginocchio continua a farsi sentire; nella parte in piano però proprio non ci riesco a stare ferma e corricchio. Ingresso trionfale alla base vita!!!! Qui troviamo Marco Gazzola che ci saluta e che fa il tifo.. che esempio di sportività!
Doccia, anche se praticamente all'aperto, pranzo che è sembrato di più un vero e proprio banchetto, qualche coccola ai piedi da parte del personale infermieristico  e pronti via di nuovo!!!
Grazie infermieri che con il sorriso ci avete medicato!!!
Capiamo che tra 20 km il Tor è finito. Ci guardiamo negli occhi noi tre, compagni di viaggio e di emozioni che ci uniranno per sempre e siamo tutti un po' tristi. Questa avventura che è stata il concentrato di mille emozioni diverse sta per finire; non siamo contenti ma già malinconici. Ma che ci è successo? Ci godiamo l'ultima salita come se fosse l'ultimo cucchiaino del nostro gelato preferito nella vaschetta che sta finendo. Già iniziamo a ricordare tutto ciò che abbiamo passato e mentre si fa sera raggiungiamo il Rifugio Letey. Decidiamo di goderci una cena per festeggiare il Tor nel Tor e di darci il tempo per assimilare tutte le emozioni che ci pervadono. I cancelli orari sono lontani come la voglia di considerare la classifica. Ci riposiamo due ore e saliamo con entusiasmo Col Champillon . La discesa è in compagnia di Gabriella di Biella con cui ci siamo incrociati più volte ed infine l'arrivo a St. Remy. Sono le 3 del mattino siamo stanchi, storditi  ma penso tutti e tre sereni.
Ora è tempo di goderci il momento e poi sarà il tempo di tornare nel mondo, ognuno con i propri ruoli di mariti, mogli, padri, figli.. di tornare a ciò che ci appartiene... e di sognare ancora un po'. 

Con gli occhi che ancora oggi si velano al ricordo di quel tempo infinito che è stato il Tor..  ogni tanto mi perdo nei pensieri e nelle emozioni che sono ancora così vividi... e sussurro “ arrivederci Tor...”.



Un tifoso al Tor des Geants dal racconto dell'OrcoPinoR
Deciso, quest'anno con 2 orchi partecipanti al TOR occorre andare a far il tifo per incitare e caricare Raffa&Steu.
Ma dove andare a fare il tifo?

Il percorso è lungo, di andare alla partenza a Courmayeur o la Thuile neanche a parlarne, i trailers sono troppo freschi e la carica che gli vorremo dare non servirà a nulla.
Consulto la classifica dell'anno precedente, la distanza da Torino e la scelta cade sulla BASE VITA di Gressoney al km 200 !!!!, Mercoledi 13 Set 2012.
E' qui che avranno bisogno di tutto il nostro sostegno e della nostra carica.
Saremo li nel pomeriggio inoltrato sperando che si fermino a riposare e rifocillarsi.
Il programma condiviso con L'OrcoCamola e L'OrcoPinoP prevede.
- partenza da Torino alle 18,00 dopo il lavoro
- ritrovo Auchan C/so G.Cesare
- arrivo a Gressoney per le 19,00
- costo totale tra benzina e autostrada 36euro da dividere in 3.

Sono emozionatissimo, la lunga statale che da Pont St.Martin attraversa tutta la valle di Gressoney ci porta dopo 30km a Gressoney St.Jean.
L'alta Valle di Gressoney e' abitate da popolazioni Walser cosi come la Valle D'Ayas e le valli piemontesi dell'Ossola e della Val Sesia.
I Walser sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. e sono giunti attorno all'VIII secolo causa il sovrappopolamento dell'alto Vallese svizzero e grazie alla deglaciazione del periodo medioevale 1300 d.c. , che ha permesso l'attraversamento con facilità dei valichi alpini:
- Passo del Teodulo
- Passo del Monte Moro
- Colle del Lys

Salendo la Valle dopo Gaby si iniziano a vedere  le case tipiche Walser con questi enormi balconi usati per fa seccare le granaglie ed il fieno, i magazzini rialzati ed a sostenerli i funghi in pietra deterrenti per i roditori.

Ad 1 km dal paese ecco un concorrente del TOR DES GEANTS che al passo si dirige verso il palazzetto dello Sport adibito a Base Vita.
Per strada nessuno, sono le 19.10 e non c'e' anima viva.... ma siamo sicuri che qui passa il TOR?
Parcheggiamo ed in 5 minuti ci travestiamo da Trailers, potremmo dare da bere ai supereroi americani che si cambiano nelle cabine telefoniche.
Temperatura 8 gradi sopra lo zero.
Veloci entriamo nel palazzatto... luci sparate... ecco i tavoli dove stanchissimi trailers si leccano le ferite, mangiano, si fanno coccolare da parenti, amici, e tifosi come noi.
Cerco con avidità la presenza di Raffa&Steu... non li trovo... ecco però GIULIANO PAVAN.

G I U L I A N O ... come stai !!!  sei bravissimo ... forza ... siamo qui per voi... per incitarvi e consolarvi... siete ...G R A N D I.
Vedo Giuliano  provato e affaticato un lungo bendaggio blu, sulla coscia, il viso scavato, la moglie che lo cura con gli occhi ed il cuore...
Gli chiedo se ha visto Raffa e Steu e mi dice che sono nella palestrina attigua adibita a dormitorio.
Mentre cerco di sbirciare all'interno del dormitorio , ecco Tonino l'amico d'infanzia di Steu...
T O N I N O... come stai? ... come va?
Tonino Audo mi dice:
"Gli organizzatori hanno detto che su in cima al colle Pinter dopo l'Alpenzu , farà molto brutto... ed io... ed io ho famiglia e non sò se continuerò...vediamo anche cosa dicono Raffa e Steu".
Cerchiamo di fargli forza,  condividendo  che già essere arrivati al 200km à un'impresa,
Concordiamo con Tonino che noi si và sul sentiero del TOR DES GEANTS, per un'oretta, al ritorno siamo sicuri di incontrarli.
Partiamo entusiasti del sentiero e fermandoci a tifare e sostenere tutti i concorrenti all'urlo
ALE' TRAIL ....  ALE' TOR

In particolare intraprendiamo la salita all'Alpenzu con un francese Cirille ed un canadese Weddie, li incoraggiamo, gli parliamo delle montagne qui intorno, mi offro di portare lo zaino...

E' già sera e le frontali sono accese... decidiamo di fare dietro fornt e di andare incontro a Raffa e Steu.
Nel mentre Steu mi telefona e mi chiede dove sono... mi propone di rientrare alla Base Vita perchè fuori fà freddo, gli rispondo che li stiamo aspettando sulla salita al Pinter 2776 slm.
Scendendo dall'Alpenzu incontriamo diversi partecipanti al Tor;
- con 1 giapponese conto fino a 10 nella sua lingua madre.
- con 2 spagnoli scherziamo sulla santità dei concorrenti a questo durissimo trail.
- con 1 francese dai lineamenti peruviani decantiamo in spagnolo le bellezze del Camino Real, solo alla fine del discorso ci spiega che non parla spagnolo e...lui è di Lione....

Ma eccoli Raffa e Steu con Tonino ed un'altro compagno di sventure... baci ed abbracci si sprecano.
Sono felici di vederci e noi piu' emozionati di loro.
Ci raccontono del ritiro di Patrizia a La Thuile per un problema muscolo articolare.
Steu ci dice che ad inizio gara ha avuto problemi di stomaco e solo da ieri (martedi 11 set 2012) riesce a mandare giu' qualcosa, prima vomitava anche l'acqua.
Raffa ci racconta delle sue crisi di nervi, dei pianti, dell'unica ora che sono riusciti a dormire qui a Gressoney da Domenica 9 Set 2012 (oggi e' mercoledi !!!)
E ancora Raffa ci racconta dell'impossibilità di riposare alle prime BASI VITA, troppa gente e neanche la possibilita' di sdraiarsi, della sua lingua gonfia e piena di tagli...
Intanto eccoci nuovamente alla salita all'ALPENZU e a seguire il PINTER.
STEU ci annuncia che da questo momento non parlerà piu', per risparmiare le forze... capiamo e a questo punto salutiamo gli avventurieri e delicatamente ci togliamo di torno per lasciarli al loro destino.

Ritornando verso il palazzetto, eccomi a tifare piu' forte che mai per tutti i trailers sul percorso... sembro un forsennato talmente urlo la mia voglia di soffrire con questi umani che vogliono sfidare se stessi, che vogliono consumarsi e non risparmiarsi per poter dire alla madre Terra:

"Ecco Grande Madre mi hai dato un corpo nuovo, ne ho fatto buon uso e l'ho consumato tutto. GRAZIE la mia vita è stata intensa e non mi sono risparmiato".

L'OrcoPinoR


domenica 9 settembre 2012

GranFondo Ultra Trail Punt del Diau 8 Settembre 2012



Dal racconto di Mario

La soddisfazione di …… arrivare ultimo.
Corro da un paio d’anni e ho già fatto diverse gare su strada. Gare più o meno affollate, laggiù nel piano, sull’asfalto, nel mezzo di una anonima classifica: dieci posizioni più avanti, quindici più indietro.
Ma qui è diverso, lo si capisce già dalla partenza: ci si può contare ad occhio. E lo si capisce ancor meglio quando il sentiero inizia ad inerpicarsi su per il monte Baron e poi ancora verso il Rosselli. Mille metri di dislivello,  un fondo difficile, dove lo sterrato lascia ben presto il posto ad una continua pietraia, ora a vista, ora ricoperta dallo strato insidioso di erba tagliata. Per non parlare dei lunghi traversi esposti al sole: un caldo “africano” e una sete che non si riesce ad appagare. Lungo la salita incontro Vincenzo (nome di fantasia).
Mi chiede “Siamo ultimi?”.
Rispondo “No, ho visto altri, due tornanti più sotto”.
E Vincenzo: “A te importa se arrivi ultimo?”
“No, non credo” rispondo io.
“Corriamo insieme?” mi propone Vincenzo.
“Ok” gli rispondo.

Ma non abbiamo lo stesso passo. Ben presto mi accorgo che comincia ad essere in difficoltà. Rallentiamo. Gli ultimi ci raggiungono, ci superano. Ora si, siamo gli ultimi. Poco prima del primo ristoro Vincenzo inciampa e a fatica riesce a non cadere tra le pietre. È il primo segnale. Raggiungiamo il secondo ristoro e Vincenzo sembra non voler ripartire: si attarda a parlare con i volontari e il tempo passa inesorabile. Alla fine lo convinco e ripartiamo. Poche centinaia di metri e questa volta Vincenzo cade inciampando su una radice sporgente: stiramento agli adduttori della coscia destra. Vincenzo non se la sente più di proseguire e decide per il ritiro. Resto solo: davanti a me nessuno, dietro a me nessuno. Guardo il GPS: 14,7 Km. Manca ancora molto all’arrivo. Devo trovare una motivazione. Mi viene in mente Cecilia (altro nome di fantasia): ci aveva superati durante la salita al Rosselli. 

Ma dove sarà adesso? Quanta strada avrà già percorso? Al posto di controllo chiedo informazioni: “ Si, sarà passata 10 o 12 minuti fa, al massimo un quarto d’ora, non di più”. Ringrazio e riparto. Ma quanto valgono 15 minuti in una gara così? Che valore hanno lo spazio e il tempo? Non trovo risposte e continuo a correre. Dopo la Ca’ Bianca, la strada curva a sinistra e riprende a salire. Alzo lo sguardo e vedo Cecilia in punta alla salita.
 Si, obiettivo raggiunto! Facciamo l’ultima parte della corsa insieme e finalmente arriviamo al traguardo sfiniti ma soddisfatti.
La soddisfazione di …… arrivare: 29 partenti, 2 ritirati, 27 arrivati. Dal palco annunciano: “ la prossima edizione si terrà il 5 ottobre 2013: vi aspettiamo numerosi ..………”.

SkyRace Becca di Nona 2 Settembre 2012


Foto Becca di Nona 2012 dell'OrcoAntonio
Edizione 2010
Sito Sky Race Becca di Nona
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'OrcoAntonio

Dopo gli ozi della Tunisia, dove ho potuto apprezzare e toccare con mano la sabbia del Sahara (magnifico ambiente, in cui conto di tornare prima o poi) ho deciso di cimentarmi con la Becca di Nona.
Come già nella passata edizione, anche nel 2012 gli organizzatori hanno dovuto cambiare il tracciato a causa delle precipitazioni nevose al di sopra dei 2000 mt.
Niente "Becca", penso, ma con il senno di poi, almeno per quel che mi riguarda, posso dire che è stato meglio così.
Niente da ridire comunque sul tracciato messo insieme dagli organizzatori, che nel giro di qualche ora sono riusciti a preparare un percorso tecnico e selettivo di 1950 metri (2100 sul mio GPS) di dislivello totale di salita che non ha fatto rimpiangere agli atleti di non aver corso lungo il tracciato originale. Il kilometraggio annunciato e segnato in classifica è di 23 km, il mio GPS invece ne ha segnati 26,600.


Livello stratosferico dei partecipanti, con tutti i nomi importanti del movimento skyrace. All'ultimo conferma la sua presenza anche Kilian Jornet Burgada che ovviamente vince al primo tentativo la Becca di Nona. Tra le donne domina per la settima volta la valdostana Gloriana Pellissier. Nella gara di sola salita salgono sul gradino più alto del podio Damiano Lenzi e Mireia Mirò Varela.
Inutile dire che ho visto Jornet solo alla partenza e poi basta...Credo possiate intuirne il motivo. Un vero marziano! Ma anche gli altri subito dietro non hanno minimamente scherzato.
Partenza ritardata di 45 minuti dalla centralissima piazza Chanoux di Aosta e poi come sparati da un cannone (3:45"/min) via di corsa, prima su i primi pochissimi km di asfalto in piano per raggiungere il sentiero di salita. Rarissimi in questa gara i momenti in cui i piedi non fossero rivolti verso l'alto. In pratica si sale sempre.
L'arrivo della salita era collocato nei pressi della della stazione a monte della seggiovia di Chamolè (mezzo di discesa per i concorrenti della solo salita), il tracciato per la salita e discesa proseguiva invece verso Plan Felinaz passando a Bondine.
Che dire...la più brutta prestazione della stagione; in salita ho arrancato come se avessi un polmone solo e in discesa ho corso praticamente in solitudine al punto che mi sono voltato più volte terrorizzato, pensando di essere inseguito da una scopa!!!
Nella versione intergrale con annessa Becca, probabilmente non sarei nemmeno passato al secondo cancello.
Ottima invece la prestazione di Vittorio in cima in 2:45 e al traguardo in 3:54. Chapeau! La classe non è acqua!
Andrà meglio la prossima volta!