sabato 25 maggio 2013

Trail del Monte Soglio Forno Canavese (To) 25 Maggio 2013

Foto Trail del Monte Soglio 2013
Classifica Trail del Monte Soglio 2013
Sito Trail del Monte Soglio
Sito Orchi Trailers ASD

Edizione 2012
Edizione 2011
Edizione 2010

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le alte montagne sono per me un sentimento" (Reinhold Messner) 

Kiss or kill. Bacia o uccidi. Bacia la gloria o muori provandoci. 
Perdere è morire, vincere è sentire. La lotta è ciò che distingue una vittoria, un vincitore. Quante volte hai pianto di rabbia e di dolore?
Quante volte hai perso la memoria, la voce e la ragione per lo sfinimento? E quante volte, in questa situazione, ti sei detto, con un gran sorriso: Ancora una volta! Un paio di ore in più! Un’altra salita! Il dolore non esiste, è solamente nella tua testa. Controllalo, distruggilo, eliminalo e continua. Fai soffrire i tuoi rivali. Uccidili”. Sono egoista vero? Lo sport è egoista, perché bisogna essere egoisti per saper lottare e soffrire, per amare la solitudine e l’inferno. Fermarsi, tossire, avere freddo, non sentire più le gambe, avere la nausea, voglia di vomitare, mal di testa, contusioni, sangue…
C’è qualcosa di meglio?
Il segreto non sta nelle gambe, bensì nella forza per andare a correre quando piove, tira vento e nevica; quando i fulmini incendiano gli alberi mentre gli passi accanto; quando le palle di neve o la grandine ti colpiscono le gambe  e il corpo nudo contro la tempesta e ti fanno piangere e per continuare devi asciugarti le lacrime per poter vedere le pietre, i muri o il cielo. Rinunciare a ore di festa, a migliorare i tuoi voti, dire “no!” ad una ragazza, alle lenzuola che ti si appiccicano al viso. Metterci le palle e allenarti sotto la pioggia finché le gambe non ti sanguinano per i colpi presi cadendo per colpa del fango, e rialzarti per continuare a salire…finché le tue gambe non urlano a squarciagola: “Basta!” E ti abbandonano in mezzo ad un temporale sulle cime più alte, fino a morire.
I cosciali bagnati dalla neve trascinata dal vento, che ti si attacca anche al viso e ti congela addosso il sudore. Corpo leggero, gambe leggere. Sentire come la pressione delle tue gambe, il peso del tuo corpo, si concentrano nei metatarsi delle dita dei piedi ed esercitano una pressione capace di spezzare rocce, distruggere pianeti e muovere continenti. Con le due gambe sospese in aria, galleggiando come un aquila in volo e correndo più veloci di un ghepardo.
O scendendo, con le gambe che scivolano sulla neve e il fango, esattamente prima di darti un’altra spinta per sentirti libero di volare, di urlare di rabbia, d’odio e d’amore nel cuore della montagna, là dove solo i più intrepidi e gli uccelli, nascosti nei loro nidi sotto le rocce, possono convertirsi nei tuoi confessori. Solo loro conoscono i mie segreti, i miei timori.
Perché perdere è morire. E non si può morire senza aver dato tutto, senza scoppiare a piangere per il dolore e le ferite, non si può abbandonare. Si deve lottare fino alla morte. Perché la gloria è la cosa più grande, e bisogna solo aspirare alla gloria o a perdersi per strada, dopo aver dato tutto. Non si può non lottare, non si può non soffrire, non si può non morire…E’ l’ora di soffrire, è l’ora di lottare, è l’ora di vincere.
Bacia o muori. (Manifesto dello skyrunner)
Dal racconto dell'OgreDoctor
Due mondi opposti, solo apparentemente inconciliabili, quello di Reinhold Messner (ascetico) e quello del Manifesto dello Skyrunner (estremo), perché entrambi convivono dentro di noi.

A volte cerchiamo la compagnia degli altri, degli amici o degli occasionali compagni di viaggio durante le gare, altre volte cerchiamo il silenzio, l'intimità con la natura che ci circonda, inseguendo con la mente sentieri inesplorati. Come quando corro su un "single track" in discesa e sento l'esaltazione che cresce dentro di me, corro a "manetta", fino a rimanere senza fiato e mi sembra di essere un tutt'uno con gli alberi, con il sentiero, con le rocce (e a volte lo divento d'avvero quando finisco per terra, ricordandomi di essere "mortale" e fatto di carne e ossa).

A volte mi sento "ghepardo", più spesso "marmotta", in alcune occasioni è un viaggio di scoperta quello che intraprendo, in altre una vera e è propria gara all'ultima "goccia di sudore", ma alla fine sono comunque "in festa" e "in pace" e lo sono tanto di più quanto più sento di avere dato il massimo di me stesso. Non inseguo la gloria, quella la lascio ai "top runner".
Il TMS? una gara anonima, così come mi era già sembrata l'anno scorso; portati a spasso per 44 km su strade sterrate in mezzo ai boschi per molti, lunghi, estenuanti tratti privi di vere difficoltà tecniche. Forse in entrambe le occasioni, il maltempo mi ha privato dei panorami che si possono godere dalla cima del Soglio o forse mi riesce difficile essere obiettivo con ancora, negli occhi e nel cuore, gli splendidi panorami del Sardinia Trail.

L'organizzazione della gara merita, invece, un grande elogio: professionale e perfetta sia per l'aspetto dell'accoglienza (a parte le docce gelate) sia sotto il profilo dell'assistenza e tracciatura. Impossibile perdersi anche in condizioni meteo avverse. Da prendere sicuramente ad esempio, per chi vuole cimentarsi nell'organizzazione di una gara di trail. Un ringraziamento speciale, a tutti i volontari che ho visto presidiare il percorso, anche con la pioggia e la neve. Forse eccessivo il costo del pasto, valutato 15 euro! per un piatto di affettati, pasta al sugo, patatine e hamburger e dolce, mi sembrano davvero un'enormità. Non ho voluto protestare, come ho sentito, peraltro fare da altri atleti.

Bellissima l'idea del pettorale con il nickname che per noi orchi è veramente una figata!

Dal racconto dell'OrcoPolare
Decido, dopo un serata trascorsa con gli ORCHI a tracannare spumante vinto in una precedente gara di fare il passo e di iscivermi al Gir Lung del Monte Soglio. E' la prima volta che oso tanto, i 63 km mi spaventano e non sono sicuro di farcela più che fisicamente, mentalmente, ma ci voglio provare. Non mi prefiggo un tempo, voglio semplicemente e dignitosamente arrivare al traguardo.
Ho occassione di parlarne con il mio amico Turi e forse lo condiziono un pò e si iscrive anche lui. Sarà il mio compagno di viaggio insieme a Fabrizio ed entrambi faranno tempi da manicomio ... ed OrcoPolare li guarda come un filmino di Moana (si, proprio quella!).
Cosa dire sulla gara, forse un pò di amaro resta in quanto, il Soglio non l'ho neppure visto quindi l'aspettativa di correre un trail serio rapidamente svanice in più, ma senza colpa di nessuno (anzì un grazie a chi comunque a fatto si che il trail prendesse ugualmente il via), abbiamo corso su un tracciato veramente molto povero di emozioni, paesaggisticamente nullo, due o tre salite sfiancanti ma alla fine della giornata solo un gran tombino e soffisfazioni poche anche se le 6 birre sparate dopo l'arrivo un pò di gioia l'anno data  . In ogni caso anche questa è esperienza ed oggi mentre lavoravo nel mio orto e ad ogni piegamento ricordavo il Soglio pensavo: "ma la prossima c...ta quando la faccio? " ... ciao a tutti e
W Gli Orchi
Dal racconto dell'OrcoSanto
Bar della posta, Rivoli.
Come per ogni trasferta partiamo tutti insieme, questa volta destinazione Trail del Monte Soglio: inutile dirlo, anche questa volta il bel tempo non ci assiste.
Arrivati a destinazione, con una temperatura di solo 7 gradi, ci accingiamo a partire: ritiro pettorali, fiscali controlli da parte dell'organizzazione sulle dotazioni obbligatorie ed un buon caffè pre-gara.
Ed ecco, verso le 10, lo sparo di inizio! Si comincia con un tratto asfaltato all'interno del paese, per poi passare ad uno sterrato sempre più ripido che lascia velocemente il suo posto ai primi sentieri. Dopo una quindicina di km tra i boschi, nei quali si scorgevano data la stagione alcuni funghi, ecco arrivare il culmine della salita con un po' di neve sparsa qua e là, probabile residuo di una nevicata notturna.
Comincia poi la discesa spezza gambe che mi ha, alla fine, quasi messo k.o. con l'OrcoCamola. Tra scivoloni mancati per poco e fango, passando tra boschi e prati scoscesi finalmente l'arrivo si avvicina. Tagliato il traguardo, dopo 26 km, medaglia ricordo e birra a volontà per tutti.
L'organizzazione dell'intera gara era indubbiamente stata realizzata con cura e anche il percorso, nonostante abbia sentito alcuni commenti negativi, è stato piacevole e divertente, peccato solo per il tempo!
A fine giornata, tirando le somme della gara, mi sono sentito soddisfatto... Soddisfazione che certo deriva anche dall'ottima compagnia di voi altri orchi!


martedì 21 maggio 2013

Mammut Trail Gaby (Ao) 18 Maggio 2013

Foto Mammut Trail di OrcoRoberto
Classifica Mammut Trail
Sito Mammut Trail
Video presentazione Mammut Trail

Gara sponsorizzata dal conosciuto brand svizzero Mammut di prodotti tecnici per la montagna e organizzata da Giancarlo Annovazzi trailer di provata esperienza.

Il messaggio dell'OrcoRoberto partecipante alla 12ore.

....si ho partecipato anch'io, ho fatto solo 6 ore perchè c'era troppa pioggia, freddo e un forte dolore al ginocchio che mi hanno costretto a smettere.
Ho fatto tre giri in 5.35,50 e 83° in classifica. I primi 10 classificati hanno percorso 7 giri . . . . . .
Il percorso era molto bello ed un'ottima organizzazione.
D 300 metri dalla partenza iniziava la prima salita nel sottobosco. Una pendenza elevata con gradini il tutto per 800 mt circa. Seguiva una discesa a tornantini in single trak condita di pietre e fango. Seguivano un paio di km di sali e scendi su stradine bianche e poi subito dopo il primo ristoro.
La seconda salita di 600 mt tra pietre e erba, sempre molto ripida, poi 1 km di asfalto e controllo chip, ristoro e giro di boa a 5,5 km.
Ora inizia la salita più impegnativa, gradini di pietra con terra fango e poi una discesa super tecnica e pericolosa, cascata di fango su terra e gradoni viscidi, altro controllo chip, al termine circa 3 km di asfalto tra le bellissime borgate valdostane, estremamente curate.
L'arrivo in un prato con lo speaker che ha allietato con musica a palla tutto il giorno. Servivano la  pasta in ogni momento e gran bella atmosfera.
Peccato per il tempo, siamo partiti all'ombra ma con il sole e 5 gradi. Al secondo giro arriva la pioggia e l'aria fredda. Io dopo il terzo mi sono fatto una doccia ma il dolore al ginocchio mi ha veramente fatto cambiare idea e tornare a casa al caldo.






domenica 19 maggio 2013

2Orchi al 96esimo Giro D'Italia Colle del Moncenisio (Francia) 19 Maggio 2013

Foto 96esimo Giro D'Italia 16 tappa colle del Moncenisio
Foto 96esimo Giro D'Italia 15 tappa Jafferau
Sito Gazzetta dello Sport tappa 16
Sito Gli Orchi Trailers ASD

" Fu allora, sotto la pioggia che veniva giù mescolata alla grandine, che io vidi venire al mondo Coppi. Ne avevo visti di scalatori; avevo visto Bartali, i " muli " come Martano e Pesenti, avevo visto il " camoscio " Camusso e la prodigiosa isterica " pulce dei Pirenei ". Ma, adesso, vedevo qualcosa di nuovo: aquila, rondine, alcione, non saprei come dire, che sotto alla frusta della pioggia e al tamburello della grandine, le mani alte e leggere sul manubrio, le gambe che bilanciavano nelle curve, le ginocchia magre che giravano implacabili, come ignorando la fatica, volava, letteralmente volava su per le dure scale del monte, fra il silenzio della folla che non sapeva chi fosse e come chiamarlo ". Orio Vergani, 29 Maggio 1940

Dal racconto dell'OrcoPinor


Il terribile Maggio metereologico 2013, si illudeva di lasciare a casa gli Orchi e non lasciarli andare a gustarsi con gli appassionati ciclisti, il passaggio del 96esimo Giro D'Italia ... vana illusione.
La tappa nr.16 pianifica la partenza da Cesana Torinese passando da Susa e il colle del Moncenisio per poi scalare ancora il Telegraph e il mitico Pantaniano colle del Galibier.
In realtà nel mese di Aprile si prospettava l'uscita in BDC per la 15esima tappa al colle del Sestriere di  sabato 18 maggio 2013 ... ma il percorso causa cattivo tempo è stato modificato.
Il meteo riduce a due gli Orchi presenti alla partenza in piazza della Repubblica a Susa, OrcoSanto e OrcoPinoR., negli zaini tutto l'armamentario per non finire come merluzzi congelati al colle del Moncenisio a quota 2100 slm.
Questa mattina gli indigeni ci hanno segnalato temperature di -4 gradi al colle e neve abbondante con in azione i mezzi spartineve, le previsioni  meteo sono alquanto confuse e non affatto chiare, andremo avanti fino dove possibile...
La città di Susa 500 slm che vedrà passare il 96esimo Giro D'Italia alle 10.45 del mattino ancora insonnolita la lasciamo ben volentieri e subito le rampe che portano a Giaglione ci costringono, per il caldo cosi come altri ciclisti, a svestirci.
Le bici che abbiamo scelto per la salite sono le MTB, che in caso di ghiaccio, neve e fango si comporteranno sicuramente meglio delle BDC per scalare e scendere 1600D+.
Rari i ciclisti che salgono al colle, e rari anche i tifosi... con sto tempaccio, il personale cantoniere che esegue la manutenzione dellla SS25 del Moncenisio e' tutto al lavoro per pulire la strada dal fango portato dal temporale notturno.
Sul pianoro antistante la diga, la prima neve salutata dal nervoso latrare dei cani da slitta dell'allevamento vicino la centrale ENEL, rinchiusi poverini in misere gabbie di 2 metri quadrati.
Passati il piazzale dell'albergo Moncenisio e la dogana i primi veri muri di neve, la strada perfetta e asciutta.
Era quello che ci attendevamo, pedalare tra 2 muri di neve a quota 2000 slm.

Eccoci al Gran Premio della montagna di 1 categoria, ma più che un gran premio della montagna, visto il paesaggio sembra un gran premio del Polo Nord.
L'obiettivo era quello di arrivare al chiesa Piramide antistante il lago, ed e' raggiunto alle 13.15 dopo 2ore e 30min di salita fatte con calma serafica.
Si pensava di consumare la 'Schiscetta' qui al colle per poi scendere un po' più a valle per vedere salire i corridori sulle rampe... niente di più sbagliato un addetto della Gendarmerie Francese, blocca, due ore prima del passaggio della corsa, le strade e noi ci troviamo inchiodati al colle ostaggi della Grandeur Francese.
Ma 2 ore passano in fretta con un sole da favola e appassionati ciclisti con cui scambiare 4 chiacchere.
Su tutti :
- un ragazzo che dichiara essere arrivato dalla lontana Australia per seguire in bici e tifare per il tutto il giro il suo idolo Cadel Evans... ma gli comunico che quest'anno il siciliano di Messina al secolo Vincenzo Nibali avrà la meglio... non mi ha più parlato...
- 2 ciclisti che partiti da Reggio Emilia con camper al seguito seguiranno in bici il giro fino in Trentino

Alle 15.00 eccoli arrivare i corridori... 5 minuti e termina la festa e' ora di tornare a Susa ... in 20 minuti siamo giù... potenza dei freni a disco.


giovedì 16 maggio 2013

Porte di Pietra UltraTrail Cantalupo Ligure (Al) 11 Maggio 2013

Classifica Porte di Pietra 2013
Sito Porte di Pietra
Edizione 2012
Edizione 2009
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'OrcoRaffa

Cantalupo Ligure.. per il quinto anno consecutivo ci ritroviamo in questo paesino racchiuso tra rocce ed acqua.  Appuntamento che ormai, per me,  scandisce l’inizio della mia primavera sui monti!
La prima volta alle Porte di Pietra ero con Ilaria e Marco! Ilaria accompagnava me e Marco nella nostra prima 70 km.. ricordo ancora la mia gioia ed il mio stupore quando abbiamo superato la soglia dei 50 km.. abbiamo condiviso insieme la fatica, la gioia, la nostra amicizia.
 Che dire…
Sabato eravamo io e Steu. Mi emoziona sempre pensare a  come si mischi in noi due un insieme così poliedrico di cose: amore, amicizia, passione per lo sport e per la natura.
Le nostre Porte di Pietra sono state l’ennesima prova condivisa.. insieme ad altre persone, qualche parola sul percorso, la presenza di altri compagni di viaggio nel silenzio della salita, le risate alla cena finale, la compagnia di Max
E’ stato un bell’allenamento. Ci hanno accompagnato il sole, la pioggia , la grandine e poi di nuovo il sole con un tramonto bellissimo in cima all’ultima salita e con le nuvole in lontananza che disegnavano forme diverse per ognuno di noi.
E poi il buio che ci ha accolto nell’ultima discesa, con i lampi in lontananza a ricordarci sempre che siamo piccoli piccoli e che la natura e la montagna vanno sempre temute e rispettate.
Questi i miei pensieri  dopo qualche giorno dalle Porte di Pietra.. una gara che ormai fa  un po’ parte di me.

mercoledì 15 maggio 2013

Sardinia Trail Fonni (Nu) 10 11 12 Maggio 2013

Foto Sardinia Trail 2013 (OrcoCamola)
Classifica Sardinia Trail 2013
Sito Sardinia Trail
Sito Gli Orchi Trailers ASD

Dal racconto dell'Orco Joack
Che differenza c’è tra una gara singola e una corsa a tappe?  Finora mi ero sempre solo cimentato in gare che si svolgevano in una unica seduta e che non prevedevano una continuazione nei giorni successivi.
Sono gare nelle quali tutti gli atleti convergono in un unico punto, il punto di partenza, svolgono la propria prestazione e poi divergono ciascuno per la propria strada verso la loro vita di tutti i giorni.
In una gara a tappe non è così.
Che si tratti di una corsa nel deserto o di un trail in Sardegna, la gara non termina tagliando il traguardo di tappa ma continua in un contesto sociale meno competitivo fatto di momenti in comune, la cena serale, la colazione tutti insieme, i trasferimenti da e verso i luoghi di gara….
Si ha modo di socializzare con quelli che, fino a poco prima, erano i tuoi avversari e che ora, a cena, sono i tuoi compagni di tavolo. E così si possono condividere sensazioni, esperienze vissute in questa o quella competizione, scambiare pareri e fornire consigli. Si scopre che anche quel “mostro sacro” che ha fatto quei tempi inavvicinabili ha avuto anche lui una tendinite quella volta o che ha dovuto ritirarsi quell’altra.
Si racconta di gare fatte, o che si vorrebbero fare.
Col passare dei giorni cresce un senso di appartenenza comune che nasce dalla consapevolezza di essere tutti li per lo stesso scopo.
Sia ben chiaro: ciò non significa che domani non ci sarà battaglia per la nuova tappa! Ne tanto meno che tutti siano ugualmente simpatici allo stesso modo!
Tuttavia si crea un senso di “squadra” che riesce ad accomunare persone che non si erano mai conosciute prima e che forse si ritroveranno, chissà, in qualche prossima gara.
E così quando viene il momento dei saluti, tra una foto, un abbraccio e una stretta di mano, un po’ di malinconia inevitabilmente sale, consapevoli di avere vissuto tutti insieme una bella esperienza da mettere nell’album dei ricordi.


Dal racconto dell'OgreDoctor
E’ passato un giorno, ma ancora non si è spento il ricordo delle bellissime giornate passate in Sardegna.
Uno dei regali più belli che i miei genitori mi hanno fatto è trasmettere l’amore per la loro terra, per la mia terra.
Ed è una terra veramente fantastica, con i suoi contrasti, con i suoi colori, con la sua luce accecante e non ultima con l’ospitalità e la simpatia della sua gente; siamo passati dal caldo al freddo estremo, dalla montagna al mare, in un susseguirsi di panorami, scorci, vallate, foreste dai mille colori.
Vestita di verde, come solo in questa stagione è possibile vederla, è un vero paradiso e in alcuni angoli, tanto sono incontaminati e privi di qualsiasi intervento umano, sembra davvero di poter scorgere la “madre terra” al momento della creazione.
E sì, forse sono un po’ di parte…
Dimenticavo, siamo andati a Fonni (NU) per gareggiare e tenere alta la bandiera degli Orchi Trailers e quindi vi racconterò della gara.
Non avevo mai vissuto una competizione così dall’interno come è stato per il Sardinia Trail. Forse la formula a tappe, forse l’essere andati al di là dei nostri abituali “terreni di gioco” ha reso questo evento “magico” e “unico”.
Una gara dal sapore internazionale, con atleti provenienti dal Belgio, Francia, Germania, Spagna e Italia. Fra gli uomini molti atleti fortissimi, primo fra tutti il vincitore assoluto Fulvio Dapit, poi il friulano Paolo Massarenti (fresco di convocazione per la squadra nazionale IUTA) e Antonio Filippo Salaris, atleta di casa reduce dalla seconda parcetipazione alla Marathon des Sables. In campo femminile presenti la fortissima Stephanie Jimenez del Team Salomon Agisko e Marina Plavan della Valetudo Skyrunning Rosa.
Marco Olmo annunciato fra i partecipanti alla vigilia, ha dato forfait all’ultimo momento per un problema muscolare dopo la partecipazione all’ennesima Marathon des Sables, gara che lo ha visto molte volte protagonista.
E poi in ultimo 4 baldanzosi Orchi pronti a dare battaglia: Cravotto Mario, Camoletto Andrea, Zoppis Paolo e Antonio Palmas.
I numeri: tre tappe di 24, 36 e 29 km con rispettivamente 1024, 1500 e 1600 mt di dislivello positivo che fanno, se la matematica non è un opinione, 90 km e 4000 mt D+.  Pensando ad una gara come la TDS che alcuni di noi affronteranno ad agosto (119 km e 7200 D+) non sono molti, ma la distribuzione a tappe aggiunge alcuni fattori importanti che condizionano il risultato finale: la gestione delle energie, il recupero durante la notte, l’alimentazione pre-gara e post-gara e gli eventuali piccoli infortuni (distorsioni, cadute, vesciche) sono tutti tasselli che andranno a comporre un mosaico che determinerà l’esito finale della prestazione.

1^ Tappa: Fonni-Fonni
Si parte dalla piazza principale di Fonni e si arriva al Santuario Agreste di Nostra Signora de Su Monte. Una tappa infida, con una lunga discesa iniziale che invita alla corsa veloce con conseguente grande dispendio di energie che si sconta inesorabilmente, almeno per noi comuni mortali, nei successivi 12 km circa di salita.  Una tappa da stradisti, con salite e discese molto corribili  con solo alcuni tratti tecnici. Medie di gara subito molto alte. Paesaggisticamente rimaniamo subito estasiati. Stupendo il passaggio intorno e poi sul lago vicino a Gavoi.
Arrivati al Santuario di Nostra Signora de Su Monte ci attende un ristoro finale a base di pase carasau, formaggi e affettati tipici del posto. Forse un po’ di pasta sarebbe stato meglio per le nostre gole riarse dal sole, ma ci accontentiamo e plachiamo la nostra atavica sete con un abbondante libagione. La birra certo non è mancata.
Rientro con la navetta a Fonni per la doccia e lo svacco post gara (*).

2^ Tappa: Oliena-Cala Gonone
Trasferimento in navetta a Su Cologone (autentica bellezza naturale – fonte carsica) da dove prenderà il via la tappa più dura del Sardinia Trail. Fa caldo, siamo intorno ai 26-27 °C, ma il clima è secco e ogni tanto allietato da un leggero maestrale. Una tappa più consona alle nostre qualità di “stambecchi” con salita nella prima parte di gara e finalmente un po’ di discesa tecnica (ciottoli e pietre veramente perfide– una vera disgrazia per i piedi).
Arrivati al Monte Malospes vediamo il mare, azzurro, cristallino…le parole non possono descrivere l’emozione…
I nostri tanti allenamenti su e giù per il Musinè a qualcosa sono serviti e così ci destreggiamo saltando da una riva all’altra, giù a rotta di collo, superando molti atleti meno avvezzi di noi a questo tipo di terreno, fino ad arrivare alla strada di Dorgali che ci porterà sulla spiaggia di Cala Gonone dove è previsto l’arrivo.
Finalmente un pasta party degno di questo nome.
Dopo esserci rifocillati ci toccherà rimanere in spiaggia con un sole stupendo davanti ad un mare bellissimo fino alle 17.30. Non potete immaginare che sacrificio è stato!!
Rientro con la navetta a Fonni per la doccia e lo svacco post gara (*).
Alla sera una bella cena con piatti tipici sardi: culurgiones, porcheddu arrustu, cinghiale in umido con olive, sebadas, mirto e acqua vite. Il tutto bagnato con un ottimo Cannonau di cui almeno io e Mario ci siamo serviti con abbondanza.

3^ Tappa: Desulo-Fonni
Arcu Guddetorgiu, Interegennas, Funtana Mennula Cara, Arcu Gennargentu, Punta Paolinu, Bruncu Spina, Genna Pedru Surdu, Sa Panargia, Monte Spada…
Dire che non eravamo psicologicamente preparati a cioè che ci aspettava su queste “modeste” vette è dire poco. Arrivati in cima al primo colle, il vento di maestrale, signore e padrone di questi luoghi incontaminati, ci ha investito con una forza e una potenza devastanti. Temperatura vicinissima allo zero, velocità del vento prossima ai 100 km/h. Difficile stare in piedi e respirare in alcuni tratti di cresta.
Mi faccio aiutare a prendere la giacca (un banalissimo antivento – a dispetto di tutto il materiale tecnico lasciato a casa perché ritenuto inutile) da un altro atleta, perché il vento mi avrebbe portato via lo zainetto e la indosso a fatica senza togliermi lo zaino. Questa stupidaggine dettata dalla “paura” di congelarsi causerà la rottura della cerniera e di conseguenza, per tutta la durata della corsa in cresta, correrò chiudendo con una mano la giacca al petto, nel tentativo di proteggermi dal freddo e dal vento.
Ricordo distintamente gli attimi di “pensiero negativo” che si sono affacciati alla coscienza lassù in quelle condizioni estreme e subito dentro di me l’imperativo “corri”.
Più che una corsa, una fuga dalla furia degli elementi fino al Monte Spada autentico muro da scalare dopo la cui cima il vento finalmente si placa e l’aria diventa più mite. E’ arrivata la discesa e tolta la giacca, giù a per di fiato fino a Fonni per l’ultimo arrivo in salita che concluderà questa bellissima tappa e il Sardinia Trail.
Dopo il pasta party, la doccia e le premiazioni, non resta che tornare a casa.
(*) Lo svacco post gara consisteva in una sfida all’ultimo sangue a calcetto. Io e Paolo siamo tornati a casa vincitori con 6 partite a 4 su Andrea e Mario. Si rifaranno in un’altra occasione.
Dire che siamo stati bene è poca cosa. Siamo stati magnificamente bene. Il clima era sereno, famigliare ed è stato facile fraternizzare con gli altri atleti e con l’organizzazione davvero professionale.
Siamo stati una bella squadra!

W gli Orchi

lunedì 13 maggio 2013

Erbaluce Night Trail Lago di Candia (To) 11 Maggio 2013

Foto Erbaluce Night Trail
Sito Erbaluce Night Trail
Racconto Trail Laghi 2013 gara abbinata

Dal racconto dell'OrcoRoberto Albregard

Erbaluce night trail,gara da fare di nuovo, percorso bello nervoso collinare veloce, 95% sterrato,la parte notturna molto suggestiva e tecnica,tutti i 26 km segnalati benissimo, tutte le radici o pietre sporgenti evidenziate con vernice arancio fluo' (alla prima pioggia svanisce)3 ristori dislocati lungo i 26 km con solidi e liquidi (coca acqua banane frutta secca e biscotti) e 5 punti di controllo,suggestivo il ventesimo km quando si arriva in zona partenza e si percorre la spiaggia del lago illuminati da decine di fiaccole e da un sacco di gente.
Gli ultimi 6 km sono impegnativi,una bella salita lunga 700 mt e poi tutto un single trak sali e scendi tipo taboga.
L'ultimo km e' super, si percorre la pista di mtb down hill,massi tronchi gradini e tutto con fiaccole e gente,tanta gente,all'arrivo ci saranno state un migliaio di persone.
Nel pacco gara,maglietta tecnica fluorescente acqua pacco di polenta e sacca porta scarpe asics,c'era il buono cena,ottima e di qualita', vassoio con polenta salsiccia con sugo rosso, fetta di toma 4 biscotti torcetti,vino erbaluce a volonta' e acqua a volonta'.
E' stata una grande festa e si respirava una atmosfera 100% trail

domenica 12 maggio 2013

Mini Trail autogestito dei Monaci 11 Maggio 2013

Foto Mini Trail dei Monaci

Dal racconto dell'OrcoPinoR
Alla sesta edizione questo mini trail che abbiamo chiamato, già dalla prima edizione, MINI TRAIL DEI MONACI in onore dei sentieri dei monaci che attraversano il percorso sia di salita che di discesa .

Ben 13 Gli Orchi presenti stamane alle 8.00 a.m. in piazza della Repubblica a Susa(To), i dettagli tecnici:

Nome : Minitrail dei Monaci  6edizione foto 2008
Attivita' : Trail running
Distanza : circa 15km
Dislivello positivo : 1300D+
Percorso : lasciata la macchina nella piazza principale di Susa ci spostiamo di corsa (riscaldamento) al santuario del Madonna del Rocciamelone nel comune di Mompantero nuovo.
Da qui seguendo il sentiero nr.528 ci portiamo prima in fraz.Seghino e poi in località il Truc quota 1750 slm, la discesa con giro ad anello procederà sulla GTA (sentiero nr.529) che scende a S.Giuseppe di SUSA, vedi mappa cartografica IGC nr1. Valli di Susa e Germanasca.
Difficoltà : nessuna difficoltà alpinistica, bei sentieri, perfetto percorso da Trail running
Luoghi di interessi : Santuario della Madonna del Rocciamelonesplendidi panorami, una vista su Susa indimenticabile, antichi borghi ormai abbandonanti, il sentiero dei monaci  utilizzato per le gabelle e il controllo del territorio.

Lo splendido sentiero 528 che incrocia il sentiero dei monaci appena sopra la fraz.Seghino, adesso attrezzato con cartelli indicanti il percorso fino alla vetta del Rocciamelone 3538 slm,,  rimane in Piemonte forse il maggiore in termini di dislivello ben 3000D+, inforcatolo il quale non lo si perde più fin alla località il Trucco.
Lo percorriamo stamattina con cieli tersi dopo il tempestoso temporale di ieri sera.
Tra una chiacchera e l'altra in poco meno di 2 ore ci sciroppiamo ben 1300 D+ fino ad arrivare al rifugio del Trucco (chiuso),  e c'e' qualche Orco che ha ancora voglia di salire ...
-Dice L'OrcoGreg : Oggi si potrebbe salire su un cima al Rocciamelone
-Vero risponde L'OrcoRoccia con un paio di ramponcini in un amen sei sù, e poi a rotta di collo in poche ore di nuovo giù,
-Ma non andiamo più sù apostrofa l'OrcoSilver
-Siamo forse in gita dice l'OrcoCicillo

Ma il tempo stringe e l'allenamento per oggi è per il solo mattino, un breve ristoro e giù per la GTA, sentiero 529.
Il sentiero di ritorno, procede su una pineta  preziosa ed in località Castegneretto, un pugno di ruderi abbandonati,  reincontriamo il sentiero dei Monaci.
Ma quali Monaci ?, qui in Valle di Susa hanno spadroneggiato almeno fino al 1700.
Dal 700 d.c.  i Monaci benedettini dell'abbazia di Novalesa  a seguire i monaci benedettini della Sacra si S.Michele in contemporanea con i monaci certosini dell'abbazia Monte Benedetto VillarFocchiardo.
Per circa 1000 anni le popolazioni  Valsusine hanno avuto i monaci come punto di riferimento... le terre appartenevano a loro per gentile concessione prima dei Franchi e a seguire dei Savoia...
I sentieri costruiti dal volgo venivano utilizzati come vie di comunicazione per collegare i borghi più distanti.

Il sentiero 529 termina nella fraz. S.Giuseppe di Susa e da qui su asfalto per circa 2km, ci divertiamo e sfidiamo in una veloce corsa verso il santuario della Madonna del Rocciamelone e a seguire la piazza della repubblica di SUSA.

martedì 7 maggio 2013

Sci alpinismo Mont Gelè rif. Crete Sèches (Ao) 5 Maggio 2013

Foto Sci alpinismo Mont Gelè

Dal racconto dell'OrcoIng

quota di partenza (m):  1696
quota vetta (m): 3519
dislivello complessivo (m): 1822
difficoltà: BS :: [scala difficolta]
esposizione preval. in discesa: Sud-Ovest
località partenza: Ruz (Bionaz, AO)
punti appoggio: Rif. Crète Sèche
vedi anche: R.Aruga, C.Poma. CDA. Dal Monviso al Sempione. N° 79
accesso:
da Aosta salire nella Valpelline poi dirigersi a Bionaz fino alla frazione Ru
altre annotazioni:

il Mont Gelé fu salito la prima volta nel 1861 da Michel Croz (la guida che conquistò il Cervino con Whymper e che morì nella discesa) e F. Jacomb, i quali nello stesso anno salirono per la prima volta anche il Mon Viso
Lasciata Aosta ed il suo carissimo casello autostradale, il sottoscritto con  il fratello Roberto ed Ugo provenienti da Genova, imbocchiamo la lunga superstrada che adduce al traforo del Gran San Bernardo   con un susseguirsi di lunghe gallerie per immettersi rapidamente  nella vera e propria  valle di Valpelline solcata dal torrente Buthier.
Si respira già aria di  grandi montagne con tutta la grande dorsale di coronamento che va dal Monte Velan (3708 mt)  alla Grande Tete de By ( 3588 mt) al Grand Combin ( 4314 mt) interamente Svizzero, in un vorticoso crescendo  al Mont Gelè ( 3518) alla Becca di Epicun ( 3529) alla Becca di Sassa (3496 mt)  alla Becca d’Oren (3532 mt) alla Punta Kurz e Mont Bruilè (3538), passando per la Tete Blanche (3710 mt) e la Tete di Valpelline (3798 mt)  per culminare infine  sulla sommità principe della Dent d’Herens posta a 4171 mt.                                                                                                                Tutte grandiose cime raggiungibili quasi tutte con gli sci ai piedi  e mete sci alpinistiche di prim’ordine.
 Pervenuti in breve al capoluogo, Valpelline, la Valle si biforca nel Vallone di Ollomont a sinistra e nel solco principale che risale  fino al grande lago artificiale di Place Mulin posto a quota 1950 mt.
La Valpelline è invero una strana valle in realtà poco Aostana ,  che risente dei caratetri alpini della vicina Svizzera,con una numerosa serie di piccoli villaggi  che  incastonano tutto il fondo valle a partire da  Roisan e su su fino a Bionaz. Quindi una valle  abbastanza  abitata in un susseguirsi di frazioni,  agglomerati, piccoli paesi  che rivelano una costante cura del territorio, la conservazione del patrimonio edilizio e soprattutto  cura dei prati e delle pinete, intensamente sfruttati per  Allevamento degli animali e la pastorizia in genere.
Noi il Sabato ci dirigiamo verso Oyace e Bionaz ed in particolare alla frazione di Ruz  (1696) che in realtà presenta il toponimo di Ru sulle  indicazioni locali.
Odore di fieno, di stalle e ricoveri per animali quasi ovunque. Lasciata la macchina nel piccolo piazzale   della frazione, puntiamo al Rifugio Crete Seche posto a quota 2410 mt.
Una  strada interpoderale risale lungamente il pendio  morenico, interessato nella prima parte da grandi fenomeni valanghivi. In mancanza di neve come oggi sarebbe molto meglio affrontare la Scorciatoia  che praticamente taglia  tutti i tornanti per poi risalire velocemente sempre su erba l’ evidente costone erboso che si inoltra parzialmente nella pineta per poi uscirne allo scoperto negli ultimi 200 mt. Noi oggi un po’ per gli zaini  pesantissimi per sci e  scarponi, un po’ per la speranza di trovare le prime lingue neve , preferiamo affrontare la strada, che tagliando tutte le morene del soprastante vallone, ci porta in una ora di faticoso cammino a trovare finalmente  i primi evidenti pendii innevati che, con  varie curve e spostamenti sensibili, dalla quota di 2100 mt ci portano al rifugio Crete Seche
     
Costruzione abbastanza recente interamente in calcestruzzo e pietra, che risale circa al 1968.
Solo 9 persone si presentano in questo  primo week end di  Maggio, che nonostante le recentissimi e copiose nevicate, ha visto sparire letteralmente la neve. Già il piazzale antistante  il rifugio stesso è  libero dalla neve. Il  gentile custode ci racconta di un mese di Aprile disastroso in seguito alle continue avversità meteo, tanto da farlo scappare a valle dalla disperazione.
Manca totalmente l’acqua e per giunta pure la corrente elettrica in seguito all’avaria del gruppo elettrogeno,  ma il locale comune è riscaldato da una poderosa stufa  a legna che rallegra e conforta i poveri viandanti sci alpinisti. Vita dura con l’obbligo di fare sciogliere enormi pentoloni di neve per le esigenze di acqua del locale  della relativa cucina. Attenzione però a non utilizzare i nevai circostanti per le esigenze fisiologiche, conviene utilizzare i servizi interni al locale!
Si capisce solo in questi frangenti la fortuna di noi cittadini che disponiamo di acqua corrente, luce e gas. Ma la sera passa velocemente e piacevolmente con un’ottima minestra di legumi,  a chiacchierare anche con una  giovane  guida alpina e le sue due gentili clienti, una delle quali si rileva essere la Paola Vigo, grande conoscitrice degli Orchi.
Il mattino seguente verso le 6,45  vede il nostro gruppo ,a cui si è aggregato un giovane compagno  Pietro arrivato dalla lontana Cesena, ed il gruppo della guida  partire infreddoliti verso i pendii superiori. Non fa particolarmente freddo  ma Le pelli asciutte aderiscono perfettamente alla neve gelida ed ancora dura dal gelo notturno.
Puntiamo decisamente al soprastante bivacco Spataro, alla nostra sinistra e circa 200 mt più sopra.
Il primo pendio obbliga  a calzare i coltelli e raggiungiamo in breve il superiore  Plan de la Sabla per poi portarsi sulla dx orografica alla fine del piano e risalire il relativo canale, posto alla sinistra del colle di Crete Seche. La neve è perfetta per lo scialpinismo, dura ma non troppo, tanto che i nostri sci intagliano appena la superficie perfettamente liscia. A questo punto cogliamo  i primi raggi di sole e la salita diventa piacevole anche se il pendio si fa faticoso. La guida e le ragazze sono sempre davanti e ci fanno da  faro. L’esposizione si mantiene Sud-Est e da adesso in costante insolazione. Il pericolo valanghe si mantiene sul livello 3 (marcato) ma tutti i versanti posti a Sud e meta della nostro itinerario hanno ormai scaricato abbondantemente tutti gli accumuli superiori, anche nei canali più stretti. Diversamente il versante Nord, sopra i 2600 metri manifesta evidenti pericoli di slavine.
Raggiungiamo in breve un primo colle a quota di circa 3060 mt che ci immette sul ramo secondario del ghiacciaio del Mont Gelè.  Veloce attraversamento sotto il mont de La Balme e raggiungiamo l’importante valico del Colle del Mont Gelè a quota 3250 mt circa. Distinguiamo nettamente sul versante Svizzero l’enorme ghiacciaio di Otemma, poderoso fiume glaciale paragonabile per dimensioni alla Mer De Glace francese. Distinguiamo nettamente il Velan, il Gran Combin  e la celeberrima Pigne d’Arolla meta di tante belle gite. Sosta importante perché dopo non riusciremo a vedere più nulla; infatti il maltempo annunciato si manifesta sulle creste di  spartiacque.  Costeggiamo  quindi la cresta di confine  fino sotto la punta, risaliamo molto faticosamente l’ultimo pendio fortemente  inclinato che con una traccia pazzesca per le mie povere gambe ci porta alla croce di vetta. Le ultime giravolte  sono già al mio limite ma in qualche modo riesco a toccare la croce. Vedere a questo punto è un optional tanto che la nebbia copre ogni cosa. Il ghiaccio sulla croce rivela perfettamente la direzione del forte vento!
La nostra meta iniziale era in realtà la traversata con discesa su Ollomont e Glacier, ma il tempo incerto che incombeva e soprattutto la mancanza di neve sui pianori  intermedi ci aveva già sconsigliato l’avventura. Discendiamo pertanto velocemente sulle nostre piste di salita. Il primo pendio a circa 30° è decisamente tosto, tanto che la neve dura e la mancanza di visibilità totale  mi consigliano di derapare.
Inizia però una meravigliosa discesa di 1600 mt su neve trasformata e dura primaverile in cui tutto diventa facile, persino a pennellare le curve in un crescendo  di ripidi pendii e falsi piani da gustare e centellinare praticamente fino al rifugio. In un ora scarsa si percorrono le lunghe tracce della salita che avevano richiesto 3h 45’. La discesa dal rifugio avviene su nevai sempre più rosicati fino al limitare del bosco, dove una pietraia ed un sentiero scorciatoia ben individuato ci portano a Ru.’
 Il Mezzalama è decisamente un’altra cosa  ma devo dire che mi sono divertito lo stesso!

domenica 5 maggio 2013

Bici bdc Giro anello Alpignano Lanzo Viù Colle del Lys Almese Alpignano 5 Maggio 2013

Foto Giro Anello Colle del Lys

Dal racconto dell'OrcoPinoR

Oggi 5 Maggio anniversario della morte di Napoleone e anticipando la perturbazione nr.1 di Maggio dal nome JOLLE figlia di un mostro atlantico con un vortice ciclonico dei più intensi di sempre, una piccola banda di sei Orchi decide d'intraprendere il giro ad anello in bici da strada transitando nei comuni di : Alpignano, Lanzo, Viù, colle del Lys, Rubiana, Almese, Alpignano.

Ecco i freddi numeri :
Nome: Giro ad anello  Alpignano-Viu-ColleLys-Alpignano
Tipo di attività:Bici da strada
Distanza totale: 85 km
Tempo totale: 5:13:32
Tempo di spostamento: 4:28:38
Velocità media: 15,78 km/h
Velocità di spostamento media: 18,41 km/h
Velocità massima: 68,45 km/h
Dislivello Totale: 1373 m
Pendenza massima: 11 %
Registrato: 05/05/2013 06:55

La partenza prestissimo alle 7.00 a.m. e la giornata anti-merenderos ci ha permesso di godere della rara presenza di veicoli motorizzatti sulle strade, chiaccherando spesso affiancati senza sentire il noioso strombazzare.

Veloci come Orchi, arriviamo in una fredda Viù all'ombra del Pinocchio di legno alto quasi 7 metri e dipinto di fresco.


Eccolo OrcoPolare con la sua stagionata e adottata Scott lo segue l'OrcoCamola con la neonata di Dale di soli 9 kg ... ma sana in salute,e poi l'OrcoPinocar che tenta di autosverniciarsi la sua Fondriest. L'OrcoDavid che osserva in cagnesco gli alveari concorrenti e infine L'OrcoSanto sornione che rimira il monte Soglio dove dovrà difendere la prima posizione in classifica nello specialissimo Campionato Sociale de Gli Orchi Trailers ASD.

La bagarre si accede alla salita che dal comune di Viù passando da colle S.Giovanni porta ai 1350 slm del colle del Lys.
Finiamo felici e non confusi, dopo la bella "grimpata" ci fiondiamo al bar la Pineta per un meritato caffè.
La discesa dichiarata da OrcoSanto da fare con calma, la registriamo con velocità di punta di 70km ...quasi da toglierci almeno 10 punti sulla patente.


mercoledì 1 maggio 2013

Cà Bianca 31 edizione Cafasse (To) 1 Maggio 2013

Foto Ca Bianca 2013
Classifiche Ca Bianca
Sito Ca Bianca

Dal racconto dell'OrcoPinoR
31° edizione oggi 1 Maggio 2013 festa del lavoratori, una gara storica che si ripete dal lontano 1983.
La gara si svolge nel comune di Cafasse e dal paese la piccola casetta Bianca spicca ad inneggiare il lavoro di un gruppo di amici che volontariamente ristrutturarono negli anni 70' questa baita, dipingendola di bianco cosi che divenne per tutti la Cà Bianca

la targa in cima alla Ca' Bianca ad esaltare il lavoro di gruppo:
Lo sforzo e il pensiero dell'uomo singolo
può riuscire vano.
Solo la collaborazione del lavoro di gruppo
esalta la solidarietà reciproca e porta
alla costruzione delle cose in un naturale
simbiosi del braccio e della mente

Ripetere negli anni questa dura corsa in montagna di 11km e 800D+, vuole dire cercare di migliorarsi anno dopo anno.
Questo lo spirito con cui a mio parere va affrontata ed anche quest'anno spero di non essere da meno, anche se non ci sarà il mitico passaggio sotto il tunnel antistante la statale che da Torino porta a Lanzo, per via delle copiose piogge di questa primavera.
Quindi percorso ridotto di circa 1km.

Un plauso particolare alla società U.S. Cafasse che con costanza (non so come fanno) riescono ad organizzare da ben 31 anni questa gara...ormai entrata nel DNA di tutta la comunità cafassese.
Sponsor unico Fantolino produttore di uova che con generosità le distribuisce bollite all'arrivo, nei pacchi gara e nei premi ai classificati ed al ristoro finale.

La gara ha i suoi punti cardini nelle due salite alla Ca Bianca e al Truc  e le due relative discese.
Inutile dirlo che per stare sotto l'ora bisogna avere un'allenamento specifico per la corsa in montagna, da parte mia non ci sono mai riuscito e quest'anno non sarà possibile provarci per via della modifica del percorso.
Un cielo cupo alla partenza e fango da vendere sui sentieri, ma voliamo dandoci simpaticamente battaglia con l'OgreDoctor... davanti lui...poi davanti io.... mi ri-supera.. ma al fine ho la meglio sul coriaceo OgreDoctor.

Ristoro finale da gara Trail :
- Salame
- formaggio
- uova bollite
- dolci
- pane
- panini ripieni
- the
- vino